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Le compagnie di giovani fra stazione e spiaggia: Muggia denuncia il caos

Le compagnie di giovani fra stazione e spiaggia: Muggia denuncia il caos

Centinaia di adolescenti oggi orfani dei Topolini scelgono la cittadina per l’estate. Registrati atti violenti e abuso di alcol. Controlli a tappeto delle forze dell’ordine

MUGGIA Muggia alle prese con le bande giovanili e i gruppi di maranza. Non è una trovata carnevalesca fuori stagione: è la difficile realtà con cui i residenti sono costretti a fare i conti in questo periodo estivo, tra risse, schiamazzi, aggressioni, bullismo, atti vandalici, abuso di alcol. E – stando ad alcune segnalazioni già all’attenzione delle forze dell’ordine – spaccio di sostanze.

Dai Topolini a Muggia

Centinaia di ragazzini fra i tredici e i diciotto anni, o poco più, si sono spostati dalle piazze del centro di Trieste e dai Topolini di Barcola – proprio perché in parte ancora inaccessibili a causa dei lavori dopo le mareggiate dall’anno scorso –, alla (fin qui) tranquilla cittadina rivierasca. Che insomma, dei maranza e di adolescenti scalmanati farebbe volentieri a meno.

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Invece ora li ha in casa: arrivano di pomeriggio, attorno alle tre, con la linea 20, nella stazione degli autobus di piazzale Curiel per poi dirigersi con la 7 sul lungomare Venezia, in particolar modo nel punto finale e sul molo “T”.

Le tensioni nella zona della stazione

È in queste zone che si sono registrate tensioni, soprattutto nella zona della stazione delle corriere dove questi giovanissimi si riversano dalle sei di sera in poi per riprendere l’autobus che li riporta a Trieste. Si formano veri e propri assembramenti, in cui talvolta i residenti fanno fatica a passare con la macchina. C’è chi beve, chi lancia le bottiglie di vetro per terra. Chi, ubriaco, vomita sui marciapiedi.

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Ragazzini che sputano di continuo, in modo ossessivo. O, ancora, che si siedono sui cofani della auto e sulle moto di chi abita nella case attorno, facendole cadere. L’altro ieri un gruppetto si divertiva a lanciare petardi. E poi i pestaggi e le risse, che puntualmente finiscono sui social come bravate acchiappa like.

Il via vai di adolescenti nei supermercati attorno a piazzale Curiel è continuo: vanno a rifornirsi di birre, superalcolici per poi far festa.

I controlli delle forze dell’ordine

Il fenomeno, portato a galla pubblicamente dal sindaco Paolo Polidori con un allarmato comunicato stampa, ha fatto scattare un massiccio pattugliamento sia in strada che sulle spiagge da parte dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Polizia locale. Segno che le istituzioni non stanno affatto sottovalutando la situazione.

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D’altronde le segnalazioni e le proteste degli abitanti, oltre che dei bagnanti, sono numerose: in queste ultime settimane la gente sta assistendo spesso a zuffe o a scene di ragazzetto indisciplinati che, con fare arrogante e intimidatorio, si aggirano qua e là pronti a menare le mani.

Gazzelle tra centro e lungomare

In pochi giorni le forze dell’ordine hanno identificato oltre trecento minori, sia triestini che stranieri. Sabato pomeriggio erano in azione tre equipaggi della Polizia di Stato e della Polizia locale, oltre che le gazzelle dei Carabinieri, tra il centro e il lungomare.

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A un certo punto, sul molo “T”, ci è voluta tutta la professionalità e la pazienza degli agenti del Commissariato di Muggia e dei colleghi della municipale se, poco dopo le cinque, sono state evitate altre risse e tensioni. I poliziotti, allertati dai bagnanti, hanno avvicinato e redarguito un gruppetto di cinque ragazzini pronti ad arrivare alle mani con altri coetanei. Se fosse accaduto, si sarebbe scatenato il caos – l’ennesimo a Muggia – in mezzo alle centinaia di persone che in quel momento popolavano la spiaggia.

«La dovete smettere di comportarvi così e dovete imparare che non si risponde mai con la violenza», è l’invito che un agente di polizia ha rivolto, con una certa fermezza, a uno degli adolescenti che gli chiedeva cosa avrebbe dovuto fare di fronte a una provocazione. Più che il rimprovero di un poliziotto, sembrava quello di un insegnante. O di un genitore che riprende il figlio. Ecco il problema.

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