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Alta tensione Zagabria-Podgorica: banditi tre politici montenegrini

Alta tensione Zagabria-Podgorica: banditi tre politici montenegrini

foto da Quotidiani locali

ZAGABRIA Tre politici montenegrini di primo piano, tra cui il presidente del Parlamento di Podgorica, sono stati dichiarati “persona non grata” dal ministero degli Esteri croato. Zagabria ha deciso di vietare l’ingresso nel paese a Andrija Mandić (presidente del parlamento montenegrino), Aleksa Bečić (vice Primo ministro) e Milan Kneževic (deputato) per aver «oltraggiato la Croazia per scopi politici interni e danneggiato le relazioni tra i due Paesi». La vicenda è legata a una risoluzione sul campo di concentramento di Jasenovac che il parlamento montenegrino ha adottato a fine giugno.

«Il Parlamento montenegrino ha deciso di ignorare i continui appelli della Repubblica di Croazia a non intraprendere azioni che potrebbero influire negativamente sulle nostre relazioni bilaterali e sul percorso europeo del Montenegro – ha dichiarato il ministero degli Esteri croato – In questo contesto, le loro azioni non possono essere considerate benevole e di buon vicinato, né sono in accordo con l’obiettivo dichiarato dell’adesione del Montenegro all’Ue».

A maggio, lo ricordiamo, il ministro degli Esteri croato ha inviato una nota di protesta a Podgorica dopo che il presidente del parlamento Andrija Mandić, leader del partito filo-serbo e filo-russo “Nuova Democrazia Serba”, aveva esortato l’Aula ad adottare una risoluzione di condanna del genocidio del campo di concentramento croato di Jasenovac.

Durante la Seconda guerra mondiale, a Jasenovac furono uccise più di 80 mila persone, perlopiù serbi, rom ed ebrei. Secondo il governo croato, la risoluzione del parlamento montenegrino è una contromossa al testo approvato dall’Assemblea delle Nazioni Unite che riconosce come «genocidio» il massacro compiuto dalle forze serbe a Srebrenica nel luglio del 1995 (a cui Zagabria ha dato il sostegno).

La «Risoluzione sul genocidio nei campi di Jasenovac, Dachau e Mauthausen» approvata con 41 voti a favore su 81 seggi (con l’opposizione che ha abbandonato l’aula), «non è né contro l’Austria, né contro la Germania, né contro la Croazia», ha precisato Mandić, che si è rallegrato del fatto che «il Montenegro è il primo paese della regione ad adottare la risoluzione». Secondo l’opposizione montenegrina, sarebbe stata suggerita dal presidente serbo Aleksandar Vučić, al fine di incrinare i rapporti con Zagabria.

«In Montenegro la Croazia ha soltanto amici», ha dichiarato il presidente del parlamento montenegrino Mandić, secondo il quale «la Croazia e i suoi cittadini non hanno nulla a che fare con il regime e l’ideologia che governava lo Stato indipendente della Croazia (Ndh)», ovvero lo stato ustascia che istituì il campo di Jasenovac. «Questo significa che mio nonno Milan morì invano il giorno di San Giorgio nel 1945, liberando Karlovac dagli ustascia e dai nazisti», ha scritto Milan Kneževic su X, aggiungendo «mia moglie mi ucciderà, mi salta la prenotazione a Rovigno».

«Il Montenegro avrà dei problemi sul suo percorso europeo», ha commentato l’eurodeputato croato Tonino Picula, secondo cui «Mandić e Kneževic da anni sono sostenitori della politica di Putin e di Vučić». «Kneževic ha menzionato che suo nonno morì nella battaglia per la liberazione di Karlovac il giorno di San Giorgio del 1945, cioè il 23 giugno. È strano che Karlovac sia stata liberata dopo la caduta di Berlino a fine aprile. C’è molta confusione in tutta questa storia…», ha concluso.—

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