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Ermal Meta si racconta: «La mia strada la decido io»

Fortuna è la parola chiave del presente di Ermal Meta.

È il nome che ha dato a sua figlia, nata il 19 giugno, e a lei ha dedicato il suo nuovo album “Buona Fortuna” che è uscito poco prima, a maggio, quinto della carriera per il cantante, autore, produttore e polistrumentista di origini albanesi.

Lo presenterà domenica 28 luglio alle 21.30 a Palazzolo dello Stella, nella prima edizione dell’Anaxum Music Festival che si terrà all’Arena del Marinaretto.

Per questo progetto live Ermal Meta ha fortemente voluto l’iniziativa “Palco aperto”, che dà la possibilità a musicisti e cantautori emergenti, selezionati tra le molte candidature arrivate online, di avere uno spazio e aprire le date del suo tour: questa sera toccherà ai friulani Davide Beraldo e Alvise Nodale.

«Gli emergenti di oggi sono i big di domani – afferma Meta, che non ha dimenticato i suoi anni di gavetta –. Mancano sempre più i palchi. Io agli esordi ho avuto la possibilità di aprire per grandi artisti ed è stato molto importante, mi ha dato linfa vitale. È giusto ricambiare».

Ermal, la nascita di Fortuna e di “Buona Fortuna”, come si intrecciano?

«Bisogna seguire il flusso. Da una parte il mio lavoro, dall’altra la mia vita personale: non si possono separare».

Che concerto porta in Friuli?

«Eseguirò praticamente tutto il nuovo album e poi una selezione delle canzoni che le persone hanno amato di più del mio percorso. Ce n’è per tutti i gusti. Siamo a pieno fuoco, con una full band composta da sei elementi, c’è una grande escursione sonora con dei pianissimi e dei fortissimi. Ci sono poi momenti di improvvisazione, prendo la chitarra acustica e suono anche cose fuori dai dischi. Soprattutto, il concerto rappresenta un momento di unione».

Il brano di apertura del nuovo album s’intitola “La strada la decido io”. Una dichiarazione d’intenti?

«Anche il live di oggi si apre con questo pezzo. È rendersi conto che abbiamo la testa piena di idee altrui che si fingono nostre. Ho sempre pensato che voglio essere l’artefice del mio destino, tanto nel bene quanto nel male. Non credo agli oroscopi e nemmeno alle previsioni del futuro. Credo invece alla fortuna».

Ma cos’è per lei la fortuna?

«La presenza o la mancanza di un colpo di fortuna è ciò che cambia veramente le carte in tavola. È quello in cui tutti speriamo, che tutti aspettiamo, qualcosa di inaspettato che ci faccia sentire guardati, considerati e non governati dal caso».

La fortuna si costruisce?

«Soprattutto. È la strada che ti crei e sulla quale cammini».

Oltre a Levante, ospite del disco è il rapper Jake La Furia in “Male più non fare”. L’unica regola è non fare male?

«Sì, poiché tutto quello che immetti nel mondo rimane nell’aria ed è lì anche per te. Jake e io siamo diversi, ma i musicisti non sono mai così distanti».

Spesso si mette a nudo, lo ha fatto anche parlando dei suoi attacchi di panico.

«A volte mi è successo di soffrire talmente tanto da pensare che il cuore non fosse più mio, come un cane che non riconosce più il suo padrone. Non c’è una scorciatoia per certi dolori, devi solo aspettare che passi. Raccontare quello che sente veramente in quel momento è l’unica via per un artista. Le canzoni sono fotografie di un attimo e credo sia fondamentale esprimere qualcosa che ti rappresenti davvero».

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