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Trieste, un dialogo a distanza tra Petrarca e Saba rilancia il museo di via Madonna del mare

Trieste, un dialogo a distanza tra Petrarca e Saba rilancia il museo di via Madonna del mare

foto da Quotidiani locali

TRIESTE. Francesco Petrarca morì ad Arquà sui colli Euganei il 19 luglio 1374, il giorno seguente avrebbe compiuto 70 anni. Trieste ricorderà in autunno il 650° anniversario della scomparsa del poeta, con una serie di iniziative che avranno come perno ispiratore e organizzativo il museo Petrarchesco Piccolomineo (Enea Silvio, vescovo di Trieste e papa Pio II) allestito al terzo piano di via Madonna del mare 13, antica sede di vigili e di carceri. Museo che conserva una collezione bibliografica relativa a Petrarca tra le più importanti al mondo, seconda solo alla donazione di Willard Fiske alla Cornell university library di Ithaca, cittadina nello stato di New York.

Focus della rimembranza sarà la presenza del grande letterato aretino nell’opera di Umberto Saba, una sorta di dialogo intellettuale a distanza. Ne ha accennato Alessandra Sirugo, responsabile del Petrarchesco Piccolomineo, durante una visita in occasione della recentissima riapertura del museo, rimasto chiuso un paio di settimane causa qualche sofferenza al condizionamento d’aria.

Ora le opere, sistemate nella mostra “Pur d’amor volgarmente ragionando. L’eredità di Dante in Petrarca”, possono finalmente respirare e rimarranno visitabili fino a quando il 18 settembre saranno avviate i ricordi del 650°. Un mese più tardi verrà inaugurata la mostra su Petrarca & Saba, che resterà aperta fino all’aprile 2025. Sempre in autunno Alessandra Sirugo e Riccardo Cepach cureranno gli itinerari dedicati al poeta triestino. Convegni e attività espositive, concordate insieme al LeTs di piazza Hortis, definiranno il programma dell’anniversario. Dal centro specializzato afferente all’Università di Pavia giungeranno manoscritti e dattilografie sabiane inerenti al tema petrarchesco.

Un’anticipazione di questo rapporto Petrarca/Saba è già osservabile in una delle teche allestite per la mostra in corso, dove è stato posta una preziosa edizione del “Canzoniere”, risalente al 1460-1470: si trattò di un acquisto effettuato nel 1950 presso una libreria antiquaria della Capitale, acquisto che avvenne con la “mediazione” del poeta triestino. Un’opera di notevole valore, alla quale la Sirugo ha dedicato una cartolina che pubblicizza l’esposizione in corso.

Il duo Petrarca & Saba sarà anche l’occasione di rilanciare un museo piccolo ma degno di attenzione. Nel 2023 i visitatori sono stati circa 1500, quest’anno poco più di 500: insomma, c’è bisogno di una scossa, fermo restando che grandi numeri sono impossibili per questa “boutique” storico-artistica, se non altro per motivi dimensionali . Il Petrarchesco Piccolomineo è inserito tra i cosiddetti musei letterari (Svevo e Joyce sono al pianterreno di palazzo Biserini), che da alcuni anni sono stati trasferiti, insieme al Servizio bibliotecario, dalla Cultura all’Educazione, per ragioni che un giorno sarebbe bello capire.

All’origine del Petrarchesco Piccolomineo, sorto nel 2003, l’eredità di Domenico Rossetti al Comune triestino, quel nucleo di 2000 opere è salito alle attuali 6000. In particolare, il patrimonio di libri antichi a stampa consiste di 121 incunaboli, 638 cinquecentine, 197 esemplari risalenti al 1600 e 295 al 1700. La raccolta di manoscritti tra 1300 e 1600 comprende 34 codici petrarcheschi e 31 piccolominei.

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