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Le fatiche di Musetti (Crivelli). Djokovic polemizza e Vavassori risponde vincendo (Bertellino). L’ennesima supersfida (Crivelli)

La rassegna stampa di lunedì 29 luglio 2024

Le fatiche di Musetti (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

I1 mondo ama i supereroi perché sa che non si arrendono mai. E così Lorenzo Musetti, anche senza il mantello di Superman, in 12 ore e dopo una settimana di strapazzi al caldo solca i cieli dalla Croazia alla Francia per onorare l’Olimpiade e il tricolore che porta sul petto con la maglia della Nazionale. Sabato sera alle 23.15 Muso perdeva la finale di Umago contro Cerundolo e alle cinque del pomeriggio del giorno dopo alza le braccia al cielo per la vittoria anche più agevole del previsto al primo turno dei Giochi contro Monfils e un pubblico decisamente poco avvezzo alla fratellanza tra i popoli: «Se la racconto tutta non mi credete, perché in definitiva non ci credo pure io». […] «Dopo la partita di Umago — racconta Lorenzo — sono tornato in hotel all’una e mezza e per fortuna Veronica (la compagna, ndr) aveva già preparato la valigia. Ma di dormire non c’è stato verso, avevo troppa adrenalina in corpo». E così, con l’occhio sbarrato per la sveglia alle sei, alle sette Musetti sale sull’auto che lo porterà a Pola, dove alle otto lo aspetta l’aereo per la Francia. Atterraggio alle 9.45, e alle 11 si prende possesso della camera dell’albergo che ospita anche gli altri tennisti azzurri: «Mi sono dato una rinfrescata, ho messo la divisa olimpica che vedevo per la prima volta e sono sceso a pranzare insieme alle ragazze della pallavolo, che sono pure loro nello stesso hotel. E finalmente dopo pranzo ho dormito mezz’ora». […] alle 15 c’era da presentarsi al Roland Garros, dove sei settimane fa giocò e perse un’epica battaglia contro Djokovic terminata a notte fonda: «L’ingresso in campo era previsto per le quattro, ma il match femminile prima del mio è finito presto e non ho nemmeno avuto il tempo di ambientarmi. Forse è stato meglio così, senza troppi pensieri ho potuto iniziare con la mente libera». […] I buu e i fischi che accolgono Muso, così estranei allo spirito olimpico e ingenerosi pure per l’immagine di un campione come Monfils, hanno però l’effetto di caricare l’azzurro e di metterlo subito in clima partita. Il suo primo set è praticamente perfetto, un dominio che parte dal rendimento al servizio e si sviluppa attraverso un gioco sempre in spinta che disinnesca le poche armi del francese: «La sconfitta di Umago non mi ha abbattuto — ammette il n.17 del mondo — anzi mi ha dato la spinta per affrontare il viaggio e poi l’esordio ai Giochi con la rabbia giusta. È un bel momento per me, sto ottenendo risultati con buona continuità e anche qui a Parigi voglio proseguire su questa strada. Nel primo set non ho per nulla sentito la fatica, poi nel secondo sono stato bravo a gestirmi. Adesso spero che non mi facciano giocare subito due partite (è impegnato in doppio anche con Darderi, ndr) nello stesso giorno». Verrà accontentato, l’insidioso secondo turno di singolare contro il terraiolo argentino Navone è programmato per domani […]. Se tutto è bene ciò che finisce bene, il tour de force cui Musetti ha dovuto sottoporsi per essere a Parigi ha aperto il dibattito sull’opportunità di giocare un torneo la settimana prima dell’Olimpiade: «Voglio essere onesto — si confessa Lollo — i Giochi non danno punti e a questo punto della stagione è giusto darsi delle priorità, io ho l’ambizione di provare a inseguire la top ten. Con il team eravamo d’accordo che se avessi raggiunto almeno i quarti a Wimbledon, la settimana successiva non avrei giocato. Solo che avrei avuto comunque bisogno di testarmi sulla terra e poi ho un contratto con il torneo di Umago che era giusto rispettare, anche perché lì mi hanno sempre trattato bene e ci sono tanti tifosi italiani a seguire le partite. Ma adesso sono qui, e l’emozione di un’Olimpiade rimane impagabile». […]

Djokovic polemizza e Vavassori risponde vincendo (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Il torneo ieri ha camminato veloce, baciato dal sole anche se le critiche sul regolamento espresse da Novak Djokovic, n° 1 del draw e candidato all’oro, hanno tenuto banco: «Non capisco queste regole […] e non le ritengo logiche. Perché quando qualcuno si ritira dal singolare deve giocare un doppista? Non mi sembra giusto. C’erano tanti singolaristi che avrebbero potuto prendere quel posto». Il riferimento è al suo rivale di 1° turno, l’australiano Ebden, che non giocava un singolare da due anni e si è arreso in 53 minuti. Così anche ai sostituti di Sinner e Murray costretti ai forfait dopo il 19 luglio, ultima data utile per la convocazione di altri giocatori […]. A rispondere alle critiche con un’ottima prestazione ha pensato Andrea Vavassori, entrato nel draw di singolare al posto di Sinner. Il torinese ha battuto lo specialista del rosso Pedro Martinez dimostrando quanto tenga all’Olimpiade. Andrea, n° 207 in singolare, ha superato l’iberico, n° 45, e ora troverà Ruud. Questione di voglia e cuore, elementi che non sono mai mancati nel gioco di Rafael Nadal, 14 volte campione a Parigi che ha estromesso dai Giochi il magiaro Fucsovics […] guadagnando un 2° turno storico che lo opporrà al già citato Novak Djokovic. Sarà la 60esima sfida tra i due, con Djokovic in vantaggio 30-29. L’ultimo testa a testa risale ai quarti del Roland Garros 2022, con vittoria in quattro set del maiorchino. Passaggio di turno per Lorenzo Musetti. Il carrarino, reduce dalla finale persa nel 250 ATP di Umago e dal viaggio per attivare a Parigi, ha sconfitto l’idolo di casa Gael Monfils. Condotta di gara misurata per l’azzurro che al termine ha mostrato lo scudetto tricolore della maglia soddisfatto per la prestazione […]. Ha interrotto il momento negativo, Matteo Arnaldi che ha dato un’altra delusione alla Francia del tennis superando in due frazioni Arthur Fils, fresco di titolo nel 500 ATP di Amburgo. Si è conclusa invece la corsa di Luciano Darderi per mano del n° 7 del seeding, Tommy Paul. Nel draw femminile hanno subito lasciato torneo olimpico Elisabetta Cocciaretto e Lucia Bronzetti. Poca gloria in singolare anche per Sara Errani, che si è inchinata senza conquistare nemmeno un game alla cinese Zheng.

L’ennesima supersfida fra due leggende che non tramontano mai (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La sfida dei Titani sarà un film che strapperà il cuore e le lacrime dei 15.000 dello Chatrier. Là dove tutto ebbe inizio, la più corposa e feroce rivalità della storia del tennis potrebbe regalare al mondo l’ultimo episodio della saga. Sessanta volte Nadal contro Djokovic […]. L’appuntamento è per le 13.30, ma in realtà il tempo rimarrà sospeso come sempre accade quando i due eroi immortali sguainano la spada per decidere a chi appartenga il destino del loro duello. Proprio qui, al Roland Garros, iniziò il romanzo infinito di Rafa e Nole: era il 2006, quarti di finale, lo spagnolo da campione in carica raccoglieva la sfida del giovanissimo ma già sfacciato serbo. Dopo aver subito un doppio 6-4, il Djoker si ritirò per il mal di schiena, ma in conferenza stampa disse con sfrontatezza che senza i problemi fisici avrebbe anche potuto vincere lui, provocando un’alzata di sopracciglio di chi lo aveva appena sconfitto. […] Amici mai, ma quasi vent’anni di battaglie agonisticamente sanguinose hanno cementato rispetto, ammirazione, consapevolezza che grazie all’altro sono diventati migliori. Sulla sacra terra parigina si sono poi affrontati altre nove volte, con un bilancio complessivo di 8 successi a due per Rafa […]. Stavolta è soltanto un secondo turno, seppur olimpico, sicuramente una lenta discesa verso l’inesorabile viale del tramonto per entrambi, ma fin quando non esaleranno l’ultimo respiro sportivo, ogni partita tra di loro rappresenterà un viaggio nella leggenda. Dopo che Nole si era sbarazzato di Ebden al primo turno, toccava al tedoforo Nadal rispondere per garantire alla storia un altro capitolo. Missione compiuta, anche se ha dovuto lottare due ore e mezza contro Fucsovics: «Sono felice per la vittoria — ha sorriso il maiorchino — significa tanto avere la possibilità di andare avanti e giocarsi un’altra chance. Come sto? Faccio i conti col mio corpo ma se c’è un posto dove devi dare tutto, è questo». Un’osmosi virtuosa con il luogo che ama di più sulla Terra al di fuori della sua isola, i campi delle 14 vittorie Slam sul rosso: «Djokovic ed io siamo in momenti diversi delle nostre carriere, lui arriva da una finale Slam e io da due anni in cui non sono stato molto competitivo. […] È sempre super speciale affrontare Novak, siamo abituati a sfidarci in semifinali o finali, questo è un secondo turno ma siamo alle Olimpiadi. Rispetto alle altre volte mi trovo in una situazione diversa, ma ci credo sempre e darò il mio meglio». E se poi dovesse calare i1 sipario, ci ricorderemmo solo gli applausi: «So che potrebbe essere la mia ultima volta qui o magari no, non posso confermarlo perché non lo so. Mi sento davvero amato dalla gente e mi godo il fatto di poter continuare a giocare a questa età e vivere queste sensazioni indimenticabili sul campo». […]

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