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Base jumper morto, il ricordo: «Con la tuta alare Matteo cercava emozioni forti»

Orsago in lutto per la morte di Matteo Mazza il base jumper di 37 anni deceduto sul monte Skjerpisnuten in Norvegia, durante un volo con la tuta alare.

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Il sindaco Giancarlo Mion è andato a trovare la famiglia: «Conoscevo molto bene Matteo, ho fatto visita ai genitori per manifestargli la vicinanza della comunità di fronte ad una tragedia che lascia senza parole purtroppo senza parole».

Matteo Mazza era uno spirito libero, tradito da una tragica fatalità durante una delle sue mirabili avvenuture in giro per il mondo, dalla Nuova Zelanda, dove aveva trascorso lunghi periodi di permanenza, ai paesaggi incontaminati della Norvegia. Base jumper e paracadutista d’estate, maestro di sci, in Val d’Isère in Francia in inverno.

«Matteo faceva il maestro da circa una decina d’anni – racconta il padre, Antonio Mazza – Stava via anche cinque, sei mesi, ci aveva abituati così. Quando non lavorava girava l’Italia e l’Europa a bordo del suo furgone camperizzato».

Nei prossimi giorni le ceneri di Matteo raggiungeranno l’Italia. «Abbiamo fatto lo stesso un saluto laico con parenti e amici – prosegue il padre – Questa sarà l’unica manifestazione pubblica prevista. Quando arriveranno le ceneri, saranno riposte nella tomba di famiglia al cimitero di Orsago».

Matteo lascia i genitori Maura e Antonio, il fratello Riccardo con la compagna Alessandra, zii, cugini e amici. L’ultimo saluto si è svolto sabato nella cerimonia al centro polifunzionale Don Antonio Possamai di Orsago.

Numerosi i messaggi di cordoglio giunti in queste ore per Matteo. Fra questi il ricordo dei coetanei della classe 1987: «La notizia della scomparsa del nostro compagno di classe Matteo ci ha lasciati smarriti e senza parole. Curioso, caparbio, intelligente, appassionato. Aveva, anche tra i banchi di scuola, la volontà di conoscere le leggi del mondo in cui abitava e che considerava casa e che negli anni l’hanno portato a viaggiare alla ricerca di paesaggi ed emozioni con cui nutriva i suoi occhi e la sua anima. Niente potrà cancellare il ricordo delle risate e dei momenti trascorsi insieme alla ricerca di chi saremmo diventati poi nella vita adulta, certi che, ora, questo spirito di ricerca della bellezza continuerà a esistere tenacemente anche dentro di noi».

Anche il circolo culturale Don Giuseppe Zago ha voluto rilasciare alcune frasi di affetto: «Non ci sono parole per consolare il dolore per questa grande perdita».

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