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Alexia: «Dopo Tomorrowland voglio tornare a farvi ballare»



«È bellissimo partecipare a un evento così grande come il Tomorrowland, che connette così tante persone contemporaneamente. Quasi non ti rendi conto di ciò che stai facendo in quel momento sul palco e di quello che succede sotto perché la massa sonora degli amplificatori e della gente implode, c'è un'energia che ti travolge».

Così Alexia, icona della dance anni Novanta e una delle artiste italiane più conosciute all’estero con oltre 5 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, ci ha raccontato le sue emozioni a poche ore dalla sua partecipazione al Tomorrowland, il più importante festival europeo di musica elettronica (oltre 400.000 spettatori) che si tiene a Boom, in Belgio.

In un cast stellare che ha visto gli show di David Guetta, Tiësto, Swedish House Mafia, Hardwell, Armin van Buuren, Amelie Lens, Dimitri Vegas e Like Mike, l'artista savonese si è esibita insieme alle Nervo, duo australiano di musica elettronica composto dalle gemelle Miriam e Olivia Nervo, in una nuova versione del suo successo Uh la la la, la hit che nel 1997 è arrivata in cima alle classifiche di nove paesi.

«Abbiamo pensato di fare un rework di Uh la la la perché è il mio brano che ha fatto più numeri uno nel mondo», ci ha raccontato Alexia. «Le Nervo, che già conoscevo e stimavo per le loro produzioni elettroniche, hanno trasformato un singolo midtempo lento, con un andamento r&b, in un brano molto energico e grintoso, con BPM molto alti, ben 144 battiti al minuto, come si usava nella techno anni Novanta. Della versione originale sono rimasti solo il testo e la melodia».

Negli ultimi anni stiamo assistendo a un clamoroso ritorno degli anni Novanta, non solo nella musica, ma anche nella moda e nelle serie tv: «Mi fa molto piacere perché c’è il riconoscimento del lavoro che facevamo con passione e grande professionalità», sottolinea la cantautrice savonese. «Dietro quelle melodie, apparentemente semplici, c'era uno studio molto accurato. La nostra musica è arrivata in tutto il mondo, quindi, a un certo punto, hanno iniziato a copiare da noi italiani. Mi ricordo una volta che mi trovavo in studio con il produttore, alcuni colleghi e discografici e lui ci ha detto: “Ragazzi, hanno cominciato a copiarci, quindi dobbiamo fare sempre meglio” ».

Alexia ha esordito giovanissima come voce femminile del duo Ice Mc, conoscendo subito il successo grazie ai singoli Think About The Way (usata nel 1996 come colonna sonora del film cult Trainspotting), It's a Rainy Day e Take Away the Colour: «È stata un'esperienza molto formativa, che ricordo con grande affetto e riconoscenza, perché ho cominciato a viaggiare in giro per il mondo e ho dovuto imparare a cavarmela con il mio inglese da istituto tecnico industriale specializzato nelle lingue. Sono cresciuta di colpo di dieci anni come esperienza di vita, ma, nei primi tempi non mi sentivo adeguata, vedevo tutte più belle di me, più alte di me, più magre di me, più interessanti di me, più internazionali di me, invece, poi, con il tempo, ho imparato ad accettarmi per quello che sono».

Dopo anni di grandi successi, culminati con la vittoria nel Festival di Sanremo 2003 con la canzone Per dire no, qualcosa si è rotto dentro di lei: «Da sempre, da quando praticamente sono nata, ho sempre voluto fare la cantante, ce l'avevo proprio scritto a fuoco nella mia mente e l’ho fatto, incanalato tutte le energie che avevo per diventare qualcuno e vivere di questo lavoro. Poiché avevo questo fuoco che ardeva dentro di me, ho fatto tanti sacrifici e, quando sono arrivata alla vittoria del Festival di Sanremo, dopo che per tanti anni alcuni pensavano addirittura che fossi un’artista straniera, è stato un riconoscimento non solo come interprete, ma anche come cantautrice. Dopo quel picco c’è stato un calo di tensione e mi sono resa conto che non avevo una vita personale e che dovevo pensare anche a me stessa. Sono entrata in crisi da quel punto di vista, anche per colpa di alcune dinamiche discografiche che non mi piacevano, poi, per fortuna ho superato quel periodo, mi sono sposata e ho avuto due figlie che adoro». Le sue figlie Maria Vittoria e Margherita, ormai adolescenti, sono le sue prime fan ed entrambe mostrano già interesse per la musica: «La più grande, che suona il basso e ama il rock contemporaneo, mi dà degli ottimi consigli musicali. La più piccola, che ascolta il pop romantico degli anni Ottanta, ha una bellissima voce, anche se si vergogna di cantare davanti a me».

Alexia è arrivata terza nel talent show Star in the Star, in onda su Canale 5 nell’autunno del 2021, imitando una leggenda del pop come Michael Jackson non solo nella voce, ma anche nelle movenze: «È stata un'esperienza meravigliosa, anche perché ha segnato il mio ritorno in tv dopo l’esperienza del Covid. Avevo bisogno di una pausa perché dovevo guardarmi intorno e capire quanto fosse centrale la mia famiglia, quanto fosse importante la nostra unione. Quando il mio manager mi ha proposto Star in the Star non ho avuto dubbi perché era per me una sfida importantissima. Il fatto di essere nascosti dalla maschera ti richiede un impegno ancora maggiore, perché nessuno ti giudica per il tuo nome, ma per ciò che fai sul palco. È stato bellissimo entrare nella musica di Michael Jackson, nella sua mimica, nella sua forza, nella sua energia, anche se con 20 cm di altezza meno di lui! Ho cercato di interpretare i suoi gesti, e non scimmiottarli, con il massimo del rispetto. Sono stata onoratissima per questa opportunità e mi hanno fatto un enorme piacere i complimenti ricevuti dai fan del Re del Pop».

La cantautrice savonese è attesa, in autunno, da nuovi e stimolanti progetti artistici, che promettono di farci ballare come negli anni Novanta: «Tendenzialmente quello che voglio fare è abbracciare ciò che mi ha reso più famosa a livello internazionale, la dance. Quindi ripartire un po' da quel discorso che avevo fatto, cercando di renderlo più contemporaneo e adeguarlo con quelli che sono i miei pensieri di oggi: quello che oggi vivo come adulta, come artista, ma soprattutto come madre. Per me i testi sono molto, molto importanti in questo momento, in inglese o in italiano non fa alcuna differenza. Non vedo l'ora di poter pubblicare tutte queste cose nuove che sto facendo insieme a giovani produttori di talento. Oggi esce talmente tanto materiale che c'è poca attenzione per le nuove uscite, quindi preferisco aspettare il momento giusto. E vediamo quello che succederà»

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