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Mattia Santori, nuovo look e vecchie gaffe: il biondo platino suggella “l’entusiasmo di chi ritrova la libertà”

mattia santori

Uscito dai radar delle cronache politiche nazionali per un po’, Mattia Santori, la sardina eletta in consiglio comunale a Bologna nelle file del Pd, vi ha fatto di recente ritorno in grande stile. Merito di un nuovo taglio di capelli. O meglio di un nuovo colore: s’è fatto biondo platino. Col nuovo look compare in […]

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mattia santori

Uscito dai radar delle cronache politiche nazionali per un po’, Mattia Santori, la sardina eletta in consiglio comunale a Bologna nelle file del Pd, vi ha fatto di recente ritorno in grande stile. Merito di un nuovo taglio di capelli. O meglio di un nuovo colore: s’è fatto biondo platino. Col nuovo look compare in alcune foto sul suo profilo Instragram, dove il giallo abbonda anche in relazione al Tour de France. La gara ha fatto tappa a Bologna e, si legge su Repubblica, Santori “delegato del sindaco ai Grandi eventi sportivi (è stato) impegnato operativamente un anno per la riuscita della due giorni bolognese”.

Mattia Santori celebra “l’entusiasmo di chi si riaffaccia alla libertà”

In effetti, a guardare il profilo del delegato, l’impressione è che la faccenda sia stata abbastanza totalizzante per Santori, che ne ha parlato anche nel post del 10 luglio per il suo 37esimo compleanno. Un anno, scrive Santori, “di responsabilità pesanti, di crolli fisici ed emotivi. Ma anche di messa in discussione profonda e di ricostruzione su radici più solide e consapevoli”, “in cui ho smesso finalmente di dover essere ‘sardina’ nelle mani di altri e sono tornato a rivendicare spazi miei, in un costante overbooking ma con l’entusiasmo di chi si riaffaccia alla libertà”, “l’anno del Tour de France ma anche dell’età adulta della Ricotta e di SuperRavone (rispettivamente un’associazione sportiva e un evento locale, ndr)”, aggiunge Mattia Santori.

Il ritorno in grande stile sulle cronache politiche nazionali

Più dei post, però, ha potuto un’intervista video a un’emittente locale, èTvRete7, che lo ha intercettato a margine di un evento e gli ha fatto una domanda impertinente: “Se venisse una squadra olandese con tutti i ragazzi che si fanno le canne in piazza sarebbe interessante, come inclusività?”. Santori ha schivato la risposta, mettendosi a parlare serissimo di Coppa Davis. Quel birbante di cronista ha ugualmente portato a casa il risultato, perché a molti cronisti di politica nazionale è tornato in mente quando il delegato del sindaco a sport e turismo raccontò di essere un consumatore abituale di cannabis da quando aveva 18 anni e di essersi anche dato alla coltivazione per uso personale, ricavandone “60 grammi con due mesi di passione, cura e costanza”. Non serve un promemoria su ciò che accadde: facile intuire la bufera che si scatenò.

L’affaire “pesto alla genovese”

Del resto, non è stato né il primo né l’ultimo scivolone. Epocale resta il paragone tra pesto alla genovese e un prodotto a base di cannabis, per sostenere, in sintesi, che in fondo entrambi potevano comportare rischi per la salute, considerati i potenziali allergeni contenuti nel pesto, e appartenevano alla filiera produttiva italiana e dunque non si capiva perché il governo avesse inserito ciò che contiene cannabidiolo, principale ingrediente della cannabis light, fra i prodotti che possono essere venduti solo in farmacia dietro presentazione di ricetta medica. Alla fine Santori dovette precisare e scusarsi.

Quando in Consiglio denunciò “l’increscioso” assassinio delle oche da parte di due cani

Mattia Santori aveva fatto quell’intervento in consiglio comunale, dove si era già distinto per un altro contributo imperdibile: la commossa solidarietà a un consigliere dei Verdi per l’uccisione delle sue oche da parte di due cani sfuggiti al loro padrone. L’intervento sul “fatto increscioso” offrì la sponda a ironie e meme di vario tipo, con tanto di “consacrazione” da parte di Osho, che commentò la notizia con un fulminante “sia adito il tribunale dell’Aia”. Anche Luca e Paolo, c’è da dire, non risparmiarono frecciate alla sardina – o ex tale – utilizzandola come leva per un attacco a Bonaccini. Il contesto era un altro, ma il caso dà il senso di quanto qualificante per il Pd  ritenessero il suo contributo.

La “genialata” dei viaggi della coscienza

Anche i “viaggi della coscienza” nel deserto algerino hanno offerto materiale per diverse analisi, molto orientate a sottolineare la “genialata”, che ha creato qualche imbarazzo anche nel Pd. L’afflato verso i diseredati del mondo, che risale al gennaio di quest’anno, comunque, non ha messo al riparo Santori dall’essere cacciato in malo modo da una manifestazione pro-Palestina: “Te ne devi andare qui non ti vogliamo. Tu fai parte del Pd che è connivente con chi usa i manganelli sulle nostre teste”, si è sentito dire a marzo, rimanendo comunque fermo nelle sue posizioni: “Non me ne vado, sono qui perché condivido le motivazioni della manifestazione”.

Mattia Santori in direzione ostinata e contraria (al senso di marcia)

Santori, del resto, è uno che tira dritto per la sua strada. Anzi, che tira dritto anche quando la sua strada va nel verso contrario a quella di tutti. Letteralmente, come dimostra la testimonianza video, realizzata da lui stesso, di quando da candidato alle elezioni imboccò in scooter la corsia preferenziale contromano per denunciare il traffico a Bologna. Accortosi della gaffe, cancellò il video. Ma non abbastanza in fretta perché la rete non se ne accorgesse.

 

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