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Ceccon porta il Veneto sul podio olimpico: «Studiavo questa finale da anni»

Doveva diventare l’erede di Federica Pellegrini, ma ha fatto molto di più: si è tramutato in leggenda. Thomas Ceccon riporta il Veneto sul gradino più alto del nuoto olimpico a 16 anni di distanza dalla mitologica vittoria sui 200 della Divina. Lo fa con la gara perfetta - i “suoi” 100 dorso - che si era disegnato nella mente negli ultimi tre anni. La gestione, l’affondo, l’acqua trafitta da un proiettile che va a mille verso l’oro.

Questo è stato Thomas Ceccon, vicentino di Schio (frazione di Magrè), campione olimpico. Ceccon, che aveva virato al terzo posto, ha chiuso con 52"00 recuperando metro su metro al veterano Murphy e schiantando nel testa a testa Xu, che alla vigilia era indicato come favorito. Non per Thomas, anzi: il cinese aveva svelato il suo asso (partite forte), Ceccon gli è rimasto attaccato e a 30 metri dalla fine ha aggredito la vasca, non mollando l’oro fino alla fine, fino al tocco da leggenda.

Quasi commoventi le sue lacrime sul podio, sovrastato da mille emozioni mentre l’inno di Mameli riecheggiava da Parigi fino al Veneto. «Questa finale l'ho preparata in ogni minimo dettaglio, la studiavo da anni», ha dichiarato Ceccon - già campione europeo e mondiale, e protagonista della 4x100 di bronzo con Frigo, Miressi e Conte Bonin — al termine della finale, «Sono tanto felice e molto emozionato. Festeggerò il giusto, con una partita a carte con i miei compagni. Ora si resetta perché già nelle prossime ore ci sono da preparare i 200 dorso. Ma grazie, davvero, ai tanti italiani che hanno tifato per me. Ho deciso che volevo vincere un’Olimpiade a 15 anni, mentre stavo andando ad allenarmi. E ora quel giorno è arrivato».

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