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Un interesse pubblico da tutelare, in nome di Giovanni Toti

Per un interesse pubblico da tutelare, da una parte e dall’altra. La tutela del voto popolare che legittimò l’elezione di Toti a presidente della regione Liguria, per un verso, il bene pubblico della giustizia, da amministrare in nome del popolo italiano, dall’altro. Nel dibattito sulla correttezza delle dimissioni olografe di Giovanni Toti entrano in gioco […]

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Per un interesse pubblico da tutelare, da una parte e dall’altra. La tutela del voto popolare che legittimò l’elezione di Toti a presidente della regione Liguria, per un verso, il bene pubblico della giustizia, da amministrare in nome del popolo italiano, dall’altro. Nel dibattito sulla correttezza delle dimissioni olografe di Giovanni Toti entrano in gioco queste due dimensioni. Ha fatto bene Toti a dimettersi?

La ratio della misura cautelare preventiva degli arresti domiciliari o della detenzione in carcere è prevista in casi tassativi, per l’eccezionalità di una misura che priva l’indagato della libertà personale, prima di una sua eventuale condanna definitiva: il pericolo della fuga o dell’inquinamento delle prove, ovvero, come nel caso del presidente dimissionario Toti, la possibilità della reiterazione del delitto.
Questa ultima sembra essere stata la motivazione che ha indotto il collega giudice per le indagini preliminari a rigettare la domanda di revoca degli arresti domiciliari per Toti. Per tutelare l’interesse pubblico dell’amministrazione della giustizia, in nome del popolo sovrano, a scapito dell’interesse pubblico degli elettori a vedere realizzato il programma per il quale il presidente Toti ricevette a suo tempo il mandato, per la seconda volta.

A far prevalere l’uno o l’altro interesse, questa volta però non è stato né il giudice costituito per legge, tanto meno gli elettori liguri, ai quali il legislatore nazionale non riconosce in questi casi alcuna legittimazione ad esprimere la propria opinione. “Volete che il presidente indagato si dimetta oppure no?”. La decisione è stata invece tutta personale, e sofferta, del diretto interessato. Vergata nero su bianco, in stampatello, come si faceva una volta a scuola per essere più chiari. Un atto di amore, irrevocabile, proprio come quella Via che nello stesso giorno un solo ministro e pochi altri rappresentanti istituzionali hanno inaugurato dopo oltre dieci anni di lavori di restauro e recupero, pervicacemente voluti proprio da Giovanni Toti.

È probabile che domani il giudice per le indagini preliminari prenda atto delle dimissioni irrevocabili da presidente della regione Liguria di Toti e decida a sua volta di revocare la misura cautelare che lo ha privato della libertà personale per quasi tre mesi. Nel rispetto della legge, che quel giudice ha inteso interpretare nel caso specifico, per soddisfare l’interesse pubblico di amministrare quella parte di giustizia a lui affidata, nel nome del popolo italiano, e non certo in nome proprio. Dell’interesse pubblico dei suoi elettori a vedere realizzato il mandato a lui affidato, si è fatto invece carico personalmente il presidente Toti. Con le sue dimissioni, ha voluto innanzitutto garantire loro sul pieno e legittimo governo della Regione, pur ritenendosi sempre innocente. E per questo merita tutto il nostro rispetto.

*Università Lumsa

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