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Aveva accoltellato l’ex compagna prima di essere fermato dal cane di lei: disposto il carcere per l’aggressore

UDINE. Per il cittadino marocchino 49enne che sabato 27 luglio, ha accoltellato l’ex compagna, una donna di 48 anni che abita a Udine nella zona di via Lumignacco, il giudice ha disposto il carcere.

Martedì 30 luglio, infatti, nella casa circondariale di via Spalato, si è svolta l’udienza per la convalida dell’arresto. Il gip Carlotta Silva, dopo aver convalidato il provvedimento, ha applicato la misura cautelare del carcere in relazione all’accusa di lesioni aggravate dall’uso di un coltello e dal rapporto sentimentale intercorso in passato tra i due. Il pm Elena Torresin aveva contestato all’uomo (del quale non riportiamo il nome e il cognome a tutela della vittima) anche le ipotesi d’accusa di minacce, per le frasi pronunciate durante l’aggressione, e di maltrattamenti.

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«L’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere – ha spiegato l’avvocato Francesco Pittini che ha assistito il 49enne durante l’udienza di convalida in sostituzione del collega Piero Pericolo – perché comunque c’è ancora un po’ incertezza sulla dinamica di quanto è accaduto. Abbiamo dunque deciso di non sbilanciarci, in attesa di poter studiare tutta la documentazione nel dettaglio e anche in attesa dei risultati degli ulteriori accertamenti disposti dal pubblico ministero, visto che, tra l’altro, si stava ipotizzando anche di disporre una perizia per valutare l’entità delle ferite».

La difesa, che ha richiesto per il 49enne una misura meno afflittiva rispetto al carcere, come per esempio gli arresti domiciliari, valuterà anche se ricorrere al tribunale del Riesame oppure no.

La 48enne udinese, sabato scorso, dopo essere stata raggiunta da più fendenti – alla schiena, all’addome e alla mano destra – era riuscita a chiamare il 112.

Soccorsa dal personale sanitario, era stata accompagnata in ospedale con un’ambulanza e lì, dopo visite e medicazioni, era stata trattenuta in osservazione per tutta la notte, per poi essere dimessa la domenica mattina con una prognosi di sette giorni.

Determinante sarebbe stato, secondo quanto la stessa vittima dell’aggressione ha riferito alla polizia, il ruolo del suo pitbull che l’avrebbe difesa, pur senza arrivare ad assalire o mordere l’aggressore.

Il sospettato, sempre sabato 27 sera, pochi minuti dopo la richiesta di aiuto giunta al 112, era stato fermato da una volante della questura nelle vicinanze dell’abitazione della donna. Non aveva con sé il coltello. Aveva invece una macchiolina di sangue sulla maglietta.

Una macchiolina che non sembrava riconducibile a sue lesioni e che dunque potrebbe essere collegata all’aggressione. Anche questo sarà oggetto di ulteriori accertamenti.

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