Tassa di soggiorno nel Bellunese, i dati Comune per Comune: «Ecco come investiamo i 4,6 milioni»
Si avvicina alla soglia dei 100 milioni di euro l’incasso previsto, nel 2024, dall’imposta di soggiorno nei Comuni veneti. Si tratta di un dato record, superiore agli introiti del 2023, come certificato dall’ultimo studio della Fondazione Think Tank Nord Est, condotto sui bilanci comunali.
Secondo le previsioni di gettito per il 2024, in totale l’imposta di soggiorno porterà circa 98,6 milioni di euro nelle casse dei municipi veneti che l’hanno istituita.
In provincia di Belluno si calcolano entrate per 4,6 milioni di euro, di cui 2,2 milioni solo a Cortina. Cinque anni fa nel Bellunese si raccoglievano 3 milioni e 170 mila euro. La variazione è stata dell’11,9 per cento fra il 2019 e il 2022 e del 35,7% fra il 2022 e il 2023.
Con un record del 105% a Livinallongo, dove la tassa somma mezzo milione l’anno, a differenza appunto di Cortina che cuba 2 milioni e 200 mila euro. Il terzo Comune è Falcade con 260 mila euro. Seguono Auronzo con 250 mila, Rocca Pietore con 230 mila. Belluno è solo quinta con 221 mila. I
Comuni della Provincia che applicano la tassa sono poco più della metà. San Gregorio delle Alpi si limita a raccogliere 2.300 euro.
Oltre che i Comuni, è anche l’Unione Montana del Comelico a farsi carico della tassazione: per 100 mila euro l’anno. Tra i Comuni turistici manca Agordo. Attenzione, si sono Comuni che hanno anche ridotto la tassa che applicavano: Cesiomaggiore, ad esempio, del 33% negli ultimi anni.
Come informa la Fondazione Think Tank Nord Est che ha elaborato lo studio, l’aumento degli introiti è determinato dal trend complessivamente positivo del movimento turistico, ma in alcuni casi anche dall’innalzamento delle tariffe, nonché dalla crescita del numero dei Comuni nei quali si paga l’imposta: oggi sono 148 i municipi veneti ad averla introdotta, nel 2019 erano 125.
Nel 2024, il gettito maggiore finirà nel Veneziano, dove sono previsti introiti per 60 milioni di euro. Cortina, dunque, è il Comune bellunese che incassa di più.
Roberta Alverà è vicesindaco e assessore al turismo. «Gli introiti della tassa vanno tutti orientati alla promozione dei servizi turistici. Ovvero nessun investimento. Ecco perché», spiega Alverà, «il nostro Comune ha deciso di assegnare un contributo di un milione di euro l’anno a Cortina marketing, appunto finalizzandolo alla promozione. Il resto lo utilizziamo per sostenere gli eventi più importanti».
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Alverà ammette che sarebbe desiderio degli amministratori “materializzare” queste risorse, cioè renderle evidenti in opere che il turista può al limite toccare con mano, per cui troverebbe più soddisfazione ad essere generoso.
«Al momento non è possibile. Vediamo che cosa accadrà in futuro. Il ministro Santanché ha detto, recentemente a Cortina, che immagina di poter aggiornare questa tassazione. Ci auguriamo ovviamente in meglio», sospira Alverà. La vicesindaco ricorda che durante i Mondiali di sci la tassa è stata sospesa. Potrebbe accadere la medesima cosa in occasione delle Olimpiadi, almeno per quanto riguarda gli addetti.
Roberto Chissalè è sindaco di Agordo. «Sì, è vero, noi siamo un Comune turistico ma i nostri alberghi non sono numerosi e spesso vengono utilizzati da personale al lavoro, per cui», afferma, «non siamo nelle condizioni migliori per applicare la tassa di soggiorno. Però», anticipa, «ci stiamo pensando, anche perché le strutture ricettive sono comunque in aumento».
Chissalè ammette di aver ricevuto richieste in questo senso, «anche per poter», spiega, «migliorare l’arredo urbano e disporre di qualche risorsa in più a sostegno delle manifestazioni».
Il Comelico è l’unica realtà in cui i cinque Comuni della valle hanno delegato l’Unione Montana a riscuotere la tassa.
Alfredo Comis, sindaco di Santo Stefano di Cadore, ricorda che con questi proventi si mantengono le strutture “indispensabili” degli Iat di Santo Stefano e di Padola, che fanno un’egregia promozione per tutta la valle. «Con la tassa di soggiorno, con quella per la raccolta dei funghi e con altri contributi regionali, noi riusciamo a realizzare politiche attive, come Unione Montana, di autentica integrazione. E questo a certificare anche l’utilità e la necessità dell’autonomia di una struttura come questa. Lo dico perché proprio oggi in una riunione regionale a Vittorio Veneto», ammette Comis, «ho avvertito strani spifferi di fusione dall’Ampezzano fino al Comelico. Spifferi che proprio non mi piacciono».
Per Alberto Peterle, sindaco di Alpago, «la tassa di soggiorno è un volano irrinunciabile, senza il quale non riusciremmo a fare un minimo di promozione e a tenere così pulita e attrattivo il paese. La spiaggia sul lago di Santa Croce è diventata un’attrazione, grazie anche», afferma il sindaco, «al contributo dei nostri ospiti».
Lassù a Pecol, in Val Zoldana, c’è un cammino turistico che ha necessità di essere illuminato. «Il Comune ci mette dei soldi», conferma il sindaco Camillo De Pellegrin, «ma una quota, per quanto riguarda le spese, viene ricavata anche dal piccolo gruzzolo della tassa di soggiorno. E debbo dire», conclude, «che gli ospiti la pagano volentieri, ben sapendo che è finalizzata a migliorie che riguardano l’accoglienza».