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Vittorio Veneto, la Lega caccia Braido: c’è il commissario

«Mi hanno espulso? Non sapevo». Questa la reazione di Giovanni Braido, candidato sindaco della città alle elezioni di giugno per la Lega, Fdi e Forza Vittorio. Il consigliere comunale – oggi del Gruppo Misto – è in vacanza, non ha partecipato neppure al consiglio comunale di Vittorio Veneto.

«Mi merito tanto onore per aver manifestato delle riserve sul comportamento di taluni dirigenti leghisti in campagna elettorale?» Si chiede ironicamente Braido.

In verità taluni hanno riferito a Treviso che nel ballottaggio sia Braido che altri leghisti avrebbero votato e fatto votare per Mirella Balliana, candidata del centrosinistra.

La richiesta dei militanti

I leghisti superstiti, con l’ex segretario Roberto Parrella, l’ex capogruppo Mario Rosset, l’ex sindaco Giancarlo Scottà, avevano chiesto al segretario provinciale Dimitri Coin di riconoscere Braido come iscritto (oggi è sostenitore), in modo da avere un proprio rappresentante ancora nel più alto consesso cittadino. Altrimenti, dopo 36 anni, la Lega si troverebbe per la prima volta estromessa dalle istituzioni vittoriesi.

Ma il K2 ha deciso diversamente. Anzi, ha inviato a Vittorio Veneto un commissario.

Chi è il commissario

Si tratta dell’opitergino Franco Manzato, classe 1966, già deputato della Lega Nord e sottosegretario al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nel Governo Conte I dal 2018 al 2019.

Non solo, è stato anche consigliere comunale di Oderzo dal 1993 al 2006 e da giugno a luglio 2011, ricoprendo dal 1997 al 2006 la carica di Presidente del Consiglio comunale, ed è stato membro del Consiglio regionale del Veneto con la Lega Nord dal 2000 al 2015, per tre legislature. Dal 2002 al 2008 è stato capogruppo. Dal 2008 al 2010 è stato assessore all'agricoltura e al turismo e vicepresidente della Giunta regionale.

Dal 2010 al 2015 è stato assessore all'agricoltura, parchi e aree protette. «Una scelta ottima, perché Franco non è una persona divisiva, anzi l’opposto, quindi ci darà una mano a ricostruire il partito» è il primo commento dell’avvocato Stefano Trubian.

L’ex sindaco Scottà

È di un sorriso ironico, invece, la reazione di Giancarlo Scottà, ex sindaco leghista. «Nulla da dire sulla persona di Manzato. Ci dispiace per Giovanni Braido, che si è candidato solo perché la Lega glielo ha chiesto. Non comprendo i motivi dell’espulsione, ma soprattutto avverto un senso di orticaria se l’arrivo del Commissario farà rientrare nella Lega chi si è schierato contro alle elezioni e chi, per un mandato amministrativo, di fatto ha ignorato il partito» afferma Scottà.

Sarcasmo da parte dell’ex dirigente Giuseppe Paolin, salviniano di ferro.

«Manzato commissario? E’ come nominare il lupo tutore di Cappuccetto Rosso». Il lupo, più che l’ex sottosegretario, sarebbe l’ex europarlamentare, Toni Da Re, anche lui espulso. In città si dice, infatti, che i presunti ex, a cominciare dal sindaco Antonio Miatto al suo vice Gianluca Posocco potrebbero rientrare nel movimento. Ovviamente insieme a tanti altri. E gli storici? «Il partito, in verità, siamo noi», afferma Scottà.

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