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Emilio Casalini racconta la città da salvare «Venezia, è bella ma non capita»

Secondo giorno all’Aquileia Film Festival. Alle 21 mercoledì 31 luglio la serata si aprirà con Saving Venice (Regia: Duncan Bulling, produzione: Lion Television), documentario sulle minacce del cambiamento climatico nei confronti di una delle città più belle – e più fragili – del mondo.

Nel raccogliere l’interrogativo, l’Aquileia Film Festival chiama oggi sul palco Emilio Casalini, giornalista, autore e conduttore televisivo di “GenerAzione Bellezza”, alla quarta edizione per la prima serata di Rai3.

Un suo pensiero sulla città da salvare.

«Venezia è un città molto bella raccontata male. Basti pensare ai cartelli anonimi che si incontrano per strada. E invece sull’isola… a conoscerli, e a questo serve la narrazione, sono presenti artigiani eroici, che vivono lontani dalle rotte dei flussi turistici e creano. Sono dei pratici visionari. Maestri artigiani, ma anche giovani che arrivano o tornano a Venezia. Mi riferisco ad esempio a Piero Dri, “Forcolaio matto” o all’azienda di mosaici Orsoni che intreccia da anni il sapere musivo con la qualità. Questo per dire che Venezia è viva. La mia non è una critica ma una dichiarazione d’amore».

Da dove nasce il suo amore per questo tipo di narrazione?

«Sono nato dentro la bellezza del nostro territorio. Spesso noi però diamo per scontato tutto ciò. Cos’è che sbagliamo? Ad esempio a non valorizzare la biodiversità del pianeta. Esiste così la possibilità di creare un’economia della bellezza, un intreccio di culture attraverso la conoscenza. Questo è il mio viaggio…»

E il suo racconto…

«Dal 2012 è il mio centro di interesse. Il mio programma raccoglie questi esempi brillanti di comunità, di valore, di trasformazione in economia di bellezza».

Può farci un esempio?

Ne ho tanti; scelgo tre combinazioni possibili. In Sicilia Lorenzo Reina, un pastore artista, ha creato la meraviglia del Teatro Andromeda, con i sedili a forma di stelle a quasi mille metri di altezza. Nel foggiano Giuseppe Savino è un agricoltore che fa raccogliere i frutti dei suoi campi alle persone, incoraggiando i giovani con uno spirito di comunità; e questo in una terra dove si uccide ancora per le bruttezze del mondo. Ad Aielli, negli Abruzzi, un murales scritto a mano – 300mila caratteri– con le parole dell’intero Fontamara di Ignazio Silone è un invito a rivivere i luoghi, in una comunità di artisti della street art, turisti e orgogliosi abitanti».

Chiuderà la serata la proiezione di Philae, il santuario sommerso (Regia: Olivier Lemaitre, Produzione: Sequana Media con il supporto di UNESCO, ARTE – NDR – Histoire TV), dedicato a Philae, roccia che sorge sul Nilo, custode di santuari in pericolo a causa dell’innalzarsi delle acque.

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