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Porto Vecchio a Trieste, ecco il piano di riuso degli oltre 30 magazzini

Il project di Costim è stato approvato dalla giunta. Il testo attende ora la discussione in aula, poi l’avvio della gara. Il cantiere partirà indicativamente tra un anno e prevede il recupero di 66 ettari, cinque moli e 31 fabbricati, con lavori per oltre 600 milioni di euro. Porto Vecchio diventerà così Porto Vivo.

LA DELIBERA E L’ITER

La proposta di partenariato pubblico-privato avanzata dalla società bergamasca è stata approvata con una delibera che dell’assessore al Bilancio e Porto Vecchio Everest Bertoli definisce «storica» per il futuro di Trieste.

Il testo sarà adesso sottoposto alle circoscrizioni, quindi discusso in Consiglio comunale a settembre.

LA GARA E IL PARTENARIATO

In gara si andrà indicativamente tra dicembre e febbraio. I tempi previsti – annota l’assessore – sono fissati dal codice degli appalti tra i 45 e i 60 giorni. Trattandosi di un project financing, il bando si svolgerà nelle modalità previste per il partenariato pubblico-privato, quindi con il diritto di prelazione del proponente: in questo caso, il gruppo Costim.

LA SOCIETA’

La società bergamasca è una real estate developer controllata al cento per cento da Polifin, holding industriale della famiglia Bosatelli, cui fa capo tra gli altri anche Gewiss.

Mission aziendale del gruppo Costim (di cui fanno parte anche realtà quali Impresa Percassi, Elmet e Gualini) è lo sviluppo di grandi progetti in ambito immobiliare e della rigenerazione urbana, in linea con il principio di “Chorus life” che vedrà presto il suo primo prototipo realizzato a Bergamo. L’idea è ora procedere con la riqualificazione del Porto Vecchio di Trieste, nell’ambito di un progetto reso possibile – precisa il Comune – anche dall’«importante attività di informazione avviata in questi anni su Porto Vivo».

IL CANTIERE

Il cantiere, completati i passaggi formali, partirà indicativamente per l’estate del 2025, tra un anno.

I lavori coesisteranno allora con altri importanti interventi pubblici – completati, in corso o da avviare – per un importo complessivo da oltre 150 milioni di euro tra risorse comunali, regionali, ministeriali, fondi Pnrr ed Edr.

IL PROGETTO

Il progetto di Costim prevede invece lavori per oltre 600 milioni di euro per la riqualificazione dei 66 ettari dell’area del Porto Vecchio. L’intervento si compone di un «mix funzionale» caratterizzato da una «forte presenza» di funzioni pubbliche di «interesse generale e infrastrutturale», sostenute da «interventi privati complementari».

Il recupero urbano interesserà l’area di costa, dove sono presenti cinque moli, e le architetture dei fabbricati.

I PRIMI MAGAZZINI

In tutto il Porto Vecchio si trovano 35 tra magazzini e hangar dislocati tra il Molo IV e il Terrapieno di Barcola, risalenti all’Ottocento e abbandonati da decenni. I magazzini multipiano 7 e 10, l’edificio 118 e l’hangar 21 saranno ristrutturati con un investimento da 160 milioni di euro della Regione, che nei quattro fabbricati trasferirà parte dei propri uffici dove affluiranno circa mille dipendenti.

L’intervento si appresta alla fase di progettazione: la Conferenza dei servizi che valuterà fattibilità tecnica ed economica dei lavori è attesa a breve.

IL PIANO

I rimanenti immobili, in tutto 31, saranno acquistati e riqualificati nell’ambito dell’intervento di partenariato, quindi venduti o affittati per usi diversi in base a quanto previsto dal Piano territoriale del Porto Vecchio. In tal senso l’investimento seguirà le linee guida impresse dal Comune e gli atti di indirizzo del Consorzio Ursus, che prevedono anche la realizzazione di un terminal crociere, un marina, poli museali – in fase di completamento – e una parte residenziale.

RIGENERAZIONE TRIGENERAZIONALE

Il contenuto del progetto definitivo verrà svelato terminato l’iter burocratico della delibera. Nelle prime comunicazioni del Comune il project è descritto come un intervento «unitario» e «sostenibile», per «favorire l’accesso al mare» e riaprire ai triestini una parte della città abbandonata da decenni.

L’intervento comprenderà l’estensione delle aree pubbliche pedonali e il collegamento al trasporto intermodale, ospiterà centri di ricerca e innovazione, e sarà realizzato a con «consumo del suolo pari a zero» e modalità «all’avanguardia» e a «ridotto impatto ambientale».

«Porto Vivo – precisa l’assessore Bertoli – sarà modello di rigenerazione trigenerazionale, in cui potranno convivere tre generazioni: giovani, adulti e anziani».

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