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“A Sequals niente stadio intitolato a Primo Carnera, era fascista”: dal Friuli l’ultimo delirio rosso

primo carnera

Le vestali dell’anti-fascismo militante, al limite del delirio, arrivano fino Sequals, piccolo centro della provincia di Pordenone, passato alla storia per aver dato i natali a  Primo Carnera. Proprio il campione dei pesi massimi, diventato leggenda dagli anni ’30, personaggio finito nei cartoni animati di Topolino, nei film di Hollywood con Bob Hope, nelle trasmissioni […]

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Le vestali dell’anti-fascismo militante, al limite del delirio, arrivano fino Sequals, piccolo centro della provincia di Pordenone, passato alla storia per aver dato i natali a  Primo Carnera.

Proprio il campione dei pesi massimi, diventato leggenda dagli anni ’30, personaggio finito nei cartoni animati di Topolino, nei film di Hollywood con Bob Hope, nelle trasmissioni tv di successo degli Stati Uniti. Quel Primo Carnera diventato un modo di dire, per indicare una persona forte e gigantesca, non può dare il suo nome al Comune di Sequals. Il motivo? Era il campione per antonomasia del Ventennio, il fiore all’occhiello della propaganda fascista. Poco importa che il mondo intero gli abbia tributato omaggi e riconoscimenti.

Alcuni cittadini antifascisti di Sequals hanno alzato le barricate – scrive Il Tempo- chiedendo al sindaco di bloccare l’iter amministrativo dell’intitolazione. «Carnera era fascista, non possiamo intitolargli lo stadio» è il motto della protesta. «Mi sembra di sognare», ha commentato il sindaco di Sequals, Enrico Odorico. Il primo cittadino – scrive Il Tempo -, dopo il passaggio in Promozione della squadra di calcio locale, aveva accettato la proposta della dirigenza di intestare lo stadio a Carnera. Come hanno raccontato a più riprese i figli di Primo, che dalla Florida ogni tanto fanno una capatina in Italia, le ideologie politiche non occupavano certo i pensieri del Gigante Buono, l’emigrante friulano, costretto a lasciare la sua terra impoverita per cercare fortuna prima in Francia e poi negli Stati Uniti. Ma questa è un’altra storia.

Poco importa che Primo Carnera sia stato il primo italiano a indossare la cintura di campione del mondo dei pesi massimi, che il suo nome sia stato associato nell’immaginario dell’Italia che si riscatta, in un’epoca in cui i nostri connazionali emigravano all’estero per svolgere lavori umili e venivano screditati e offesi. Quel campione simbolo di riscatto, per aver stretto la mano a Mussolini, alla fine della guerra ebbe anche problemi negli Stati Uniti per la sua adesione al fascismo. Gli americani furono tuttavia abbastanza saggi, memori del fatto che a Mussolini avevano stretto la mano personalità come Ghandi, Walt Disney e che gli avevano tributato pubblici elogi persino sinceri democratici come il futuro presidente Kennedy. Evidentemente, le autorità americane ebbero la saggezza che, quasi un secolo dopo, manca ai partigiani da tastiera del 2024.

Paradosso dei paradossi, il Madison Square Garden di New York, dove Carnera ha conquistato lo storico titolo, gli ha tributato targhe e onori. Invece il piccolo stadio di Sequals, che non arriva a duemila abitanti, no. Cose da pazzi. Anzi, cose da rossi.

 

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