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Emergenza roghi nei boschi in Dalmazia: tre fronti delicati, a fuoco vegetazione, auto e furgoni

SPALATO. La Dalmazia sta bruciando. Mentre in Istria e nel Quarnero la situazione legata agli incendi boschivi è tranquilla – almeno per il momento – nella regione dalmata sono giorni di drammatiche battaglie contro i roghi, tre dei quali hanno causato gravi problemi ai vigili del fuoco e a tutti coloro che vivono in prossimità delle aree in cui le fiamme sono divampate nelle giornate di martedì e di ieri.

Un grande incendio ha riguardato l’area di Tucena (in croato Tucepi), nella parte orientale della Riviera di Macarsca, nello Spalatino. Qui il fuoco ha distrutto centinaia di ettari di pineta, macchia, arbusti ed erba, anche auto e furgoni. Danneggiata pure una centrale distributiva della corrente elettrica, cosicché una vasta area nei dintorni di Macarsca è rimasta per ore senza elettricità. A lottare contro le fiamme sono stati 247 vigili del fuoco, 58 veicoli antincendio, un velivolo del tipo Canadair e due aerei Air tractor. Rinforzi sono arrivati da Zagabria, per l’esattezza 41 pompieri e 11 automezzi. Una parte del fronte di fuoco si è estesa sul Parco naturale del monte Biokovo, subito chiuso ai locali e ai turisti. Una persona, così le forze dell’ ordine, è stata arrestata perché ritenuta responsabile dello scoppio dell’ incendio.

Il rogo più vasto è divampato però alle spalle di Scardona (Skradin), nella Contea di Sebenico e Tenin, riducendo in cenere ben 780 ettari di vegetazione varia. Alle operazioni di spegnimento, protrattesi anche nelle ore pomeridiane di ieri, hanno partecipato 110 pompieri e 38 veicoli antincendio, supportati da due aerei Canadair. Le autorità hanno proposto la chiusura ai visitatori del Parco nazionale del fiume Cherca, misura che però non è stata introdotta, cosicché polemiche e proteste sui social network si sono sprecate.

Il terzo rogo, non meno drammatico dei primi due, è scoppiato nelle vicinanze dell’abitato di Smokovic, a poca distanza dall’aeroporto di Zemonico – Zara.

A detta dei comandante nazionale dei vigili del fuoco, Slavko Tucakovic, a divampare sono stati due incendi, che ben presto si sono riuniti in uno solo, impegnando allo stremo 28 pompieri, aiutati da 14 automezzi, due Canadair e altrettanti Air tractor. Le fiamme hanno spazzato via 450 ettari di arbusti e vegetazione bassa, avvicinandosi pericolosamente alla caserma delle Forze armate croate di Zemonico. Grazie a sforzi sovrumani, il fuoco è stato circoscritto, grazie soprattutto ai pompieri professionisti di Zara e a quelli volontari di San Cassiano, Nona e Possedaria.

A vigilare è stata pure un’unità della caserma di Zemonico, la prima dell’esercito croato a venire coinvolta quest’anno a causa di un rogo boschivo.

Interpellato dai giornalisti, il governatore della Regione di Sebenico, Marko Jelic, ha affermato che la polizia sta cercando di risalire alle cause che hanno scatenato i roghi. «Non si può a priori escludere l’ipotesi del dolo – ha detto – ci sono purtroppo seri danni nelle zone agricole, con i soccorritori che sono stati ostacolati dal forte vento. Se gli incendi sono opera di un qualche piromane, spero sia catturato, processato e condannato».

Si è infine appreso che due pompieri, uno nei pressi di Cardona e l’altro a Tucena, sono rimasti feriti – pare non in modo grave – e ricoverati in ospedale.

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