Venezia, le remiere pronte a nuove proteste: «Sul moto ondoso nessuno si muove»
La superficie sembra muoversi, ma nella profondità tutto è fermo. Parliamo del problema del moto ondoso e del traffico acqueo, due facce della stessa medaglia che nessuno è ancora riuscito ad affrontare. Per scuotere l’immobilismo istituzionale, il mondo delle remiere sta pensando a qualche incursione durante la settimana della Mostra del Cinema o in occasione della Regata Storica, come già fatto l’anno scorso.
«Se a Venezia nessuno vuole cambiare le cose, allora bisogna fare appello al mondo e mostrare lo stato in cui versa la città» dichiara Lucio Conz, tra i portavoce del Gruppo Insieme formato da una trentina di comitati e associazioni del mondo delle remiere e della voga. L’idea è quella di chiamare l’Europa attraverso i parlamentari per unire la richiesta disperata di una regolamentazione della Laguna a problemi ambientali. «Nel giro di venti anni il numero delle barche stimate è raddoppiato, ma non esiste ancora un registro dei mezzi presenti nella Laguna».
Secondo il primo studio commissionato nel 2003 dal commissario al moto ondoso, allora Paolo Costa, le barche all’epoca erano 31650. Secondo la stima della Capitaneria di Venezia nel 2022 ce n’erano 60500.
«Non si è mai fatto nulla e ci si sente presi in giro» prosegue Conz. Sono passati undici anni dall’incidente che costò la vita al professore tedesco Joachim Vogel, morto a Rialto il 17 agosto 2013, ma per chi ogni giorno vive la città nulla è cambiato. «Sembra che tutto sia fatto a metà per dare l’impressione di fare qualcosa, ma senza poi regolarla concretamente» aggiunge Conz. Per esempio, da tanto il Gruppo Insieme chiede che venga utilizzato il Gps che porterebbe molteplici benefici, in primis il controllo della velocità. «Nel 2016 il Gps è stato cassato dal Tar perché era stato il Comune a obbligarlo senza però averne titolo dato che lo può fare solo la Città Metropolitana che ne ha il titolo, ma non ha mai pubblicato i decreti attuativi» spiega Conz.
«La stessa presa in giro è Argo: è inutile dare multe se non è omologato il sistema delle auto con quello delle brache». Eh già perché il famoso barcavelox è ancora fermo al Senato, in attesa di vedere la luce. Insomma, l’unica cosa che per Conz si muove è il traffico acqueo e il moto ondoso. «Chi si prende cura della tipologia delle eliche? Nessuno, ma gli effetti si vedono. Le barche di Veritas causano uno spostamento di acqua enorme che va a sbattere contro le rive. Che senso ha chiedere i soldi della Legge Speciale per sistemare le rive se poi non si pensa ai mezzi che ogni giorno possono distruggerle?».
Tra le altre proposte del Gruppo Insieme c’è l’istituzione di un numero per i taxi che permetta di mandare il mezzo più vicino a chi chiama Da questo groviglio di problemi irrisolti sta prendendo forma sempre di più l’idea di un appello internazionale: «Venezia», conclude il rappresentante del gruppo, «si continua a mungere a discapito degli abitanti e di chi la ama. Basta usare questa città, se la politica non riesce a intervenire, chiederemo all’Europa di aiutarci».