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Tasse mai incassate dal Comune di Vigevano, i tre dirigenti sospesi ora rischiano grosso

Tasse mai incassate dal Comune di Vigevano, i tre dirigenti sospesi ora rischiano grosso

Confermati i provvedimenti per l’ammanco da 766mila euro per multe e servizi educativi riscossi dai commercianti, ma non versati alla tesoreria del municipio. Il Municipio potrebbe chiedere i danni

Vigevano. L’amministrazione comunale li aveva sospesi dal servizio e dallo stipendio, da due giorni fino a tre mesi, in relazione all’ammanco da 766mila euro per multe e servizi educativi riscossi dai commercianti, ma non versati alla tesoreria del municipio. Contro queste sanzioni tre dirigenti del Comune di Vigevano hanno fatto ricorso, ma la giudice del lavoro Federica Ferrari ha confermato quei provvedimenti: i dirigenti del servizio finanziario, dei servizi educativi e del servizio amministrativo scolastico, non avrebbero vigilato in maniera adeguata. Il caso è quello del sistema “T-serve”, introdotto a Vigevano nel 2012 per mezzo di una convenzione con il Comune di Prato e rimasto in vigore fino al 2019 (quando fu sostituito con PagoPa).

«Danno economico e di immagine»

I dirigenti, secondo quanto scrive la giudice nelle tre sentenze (le motivazioni sono state depositate pochi giorni fa) si sarebbero quindi macchiati di «comportamenti omissivi e negligenti che hanno cagionato un rilevante danno economico e di immagine all’amministrazione resistente».

Una conclusione che apre la strada a possibili richieste di danni da parte dell’amministrazione. Al momento, comunque, non risultano essere stati aperti procedimenti per il recupero del danno erariale e, bisogna aggiungere, i tre dirigenti hanno ancora la possibilità di fare appello.

Le ragioni dell’ammanco

Il sistema “T-serve” consentiva ai cittadini vigevanesi, con una piccola commissione da parte dell’utente, di pagare multe stradali e ticket per servizi comunali in tabaccheria o cartoleria.

Nel 2021, tuttavia, alcuni controlli fecero emergere dei “buchi”: somme di denaro incassate regolarmente dai commercianti, ma mai arrivate nelle casse del Comune. Nel complesso è stato quantificato un ammanco di 766.935 euro (su un totale di oltre 6 milioni di euro). Su questo ammanco l’amministrazione presentò un esposto in procura, per chiedere al magistrato di valutare eventuali responsabilità, sia a carico dei commercianti che dei dirigenti.

L’esposto indicava otto agenti, tra i commercianti, incaricati della riscossione, che avevano trattenuto le somme e l’elenco degli importi. Insieme all’esposto penale (l’inchiesta fu archiviata) l’amministrazione, al termine di una indagine interna, fece partire anche sei procedimenti disciplinari di sospensione dal servizio e dallo stipendio, a carico di sei dirigenti ritenuti responsabili di non avere adeguatamente vigilato. Per la giudice Ferrari quei provvedimenti erano giusti. E la somma che manca dalle casse dell’ente? Da quanto risulta è stata recuperata solo una piccola parte: nelle sentenze si fa riferimento a un 10% di denaro restituito dai commercianti dopo la scoperta dell’ammanco, ma risultano ancora in corso alcuni decreti ingiuntivi emessi nei loro confronti dall’amministrazione.

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