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La preside Dell’Antonia saluta professori e ragazzi: dal Dante di Trieste alle lezioni al Burlo

La preside Dell’Antonia saluta professori e ragazzi: dal Dante di Trieste alle lezioni al Burlo

foto da Quotidiani locali

TRIESTE. Un’ondata di affetto ha travolto in questi giorni Fabia Dell’Antonia, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Dante, che a fine mese andrà in pensione, lasciando scuola media e liceo ma anche la materna Spaccini e la primaria Sauro. Lei che è diventata un punto di riferimento per la scuola in ospedale, in tutta la regione, e per la didattica a domicilio per i bambini con problemi di salute. E che ha fatto crescere nel tempo anche lo stesso istituto comprensivo di Trieste che guida da 17 anni e che saluterà ufficialmente il 31 agosto.

L’impegno della preside

L’impegno della preside ha lasciato il segno, come dimostrano i messaggi, le lettere e le tante sorprese che, al Burlo e a scuola, le hanno preparato docenti e staff. «È un momento molto duro – racconta commossa – perché è veramente difficile lasciare tutto questo».

Quando Dell’Antonia è arrivata esisteva una sola insegnante part time in ospedale, in un unico reparto. «Dal 2012 – spiega – siamo diventati polo ospedaliero, passando, in tutta la regione, da 35 a 460 bambini seguiti, 309 solo a Trieste. Noi ci occupiamo del coordinamento di tutto e posso dire con soddisfazione di aver lavorato tanto per questi risultati. Naturalmente insieme al personale. Anche per la domiciliarità abbiamo fatto passi avanti enormi, ad esempio con la presenza dei robot in classe, attraverso i quali i bambini e i ragazzi, che non possono muoversi e uscire da casa, partecipano attivamente alle lezioni ma anche alla vita della classe e possono interagire con i compagni».

Gli alunni seguiti

Gli alunni seguiti nelle sezioni ospedaliere sono delle scuole d’infanzia, elementari e medie. «Lo sviluppo di questo settore è sicuramente quello che mi ha dato più gratificazioni – spiega Dell’Antonia – perché i progressi sono stati tanti e perché i giovani hanno la possibilità, a differenza di una volta, di studiare, di completare il proprio percorso e di effettuare tante attività importanti. Lezioni ma anche laboratori, che realizziamo al Burlo, come ceramica, teatro e arte, per far vivere ai ragazzi occasioni di crescita e divertimento nel tempo libero. Tutto ciò è molto apprezzato ed è reso possibile grazie a importanti finanziamenti che la Regione che ci ha garantito nel corso degli anni, insieme a quelli del ministero».

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I piccoli pazienti

Tra gli aspetti più piacevoli ricordati dalla preside «ci sono le foto che documentano la gioia dei piccoli pazienti nel ricevere i materiali scolastici e nel prendere parte alle attività. Gli stessi medici considerano la scuola in ospedale parte fondamentale della terapia».

La dirigente ha puntato sull’inclusività anche nell’istituto comprensivo di via Giustiniano: «Quando sono arrivata c’erano sette sezioni, ora dieci, l’accoglienza è stata cambiata e ad oggi registriamo 18 studenti disabili che qui trovano un ambiente dove il benessere è in primo piano. Per i giovani e anche per il personale. A confermare il gradimento –ci sono le risposte ai questionari che chiediamo di compilare a studenti, genitori e staff, ma soprattutto ci sono le tantissime richieste di iscrizioni che riceviamo ogni anno, così numerose che non riusciamo a trovare posto per tutti. Viene riconosciuto lo sforzo e che è stato fatto nel tempo per creare una scuola migliore e che viene incontro alle esigenze di bambini e ragazzi».

Attestazioni di stima

L’impegno e la passione di Dell’Antonia sono stati premiati in questi giorni da attestazioni di stima continue. «Hanno organizzato una festa in ospedale dove mi hanno consegnano un album di foto e di lettere che tutti i docenti, singolarmente, hanno voluto scrivermi. Ho ricevuto anche gadget fatti dai bambini, oltre a un momento estremamente emozionante al Dante, a sorpresa, con musica e canti. Sono giorni che piango dalla felicità per tutto questo».

Una bella comunità

E mentre sta ultimando i dettagli prima di lasciare a fine mese l’ufficio, la dirigente ci tiene a precisare che «non mi preparo a salutare soltanto dei colleghi, ma docenti, personale Ata e altri collaboratori con i quali ho stretto un legame affettivo forte. È una bella comunità, insieme abbiamo condiviso molto in questi anni. Questo per me è il momento più difficile, perché si chiude una parte davvero straordinaria della mia vita, trascorsa a scuola».

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