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Trenord, il servizio peggiora. La Regione: «Mancati gli obiettivi di qualità»

PAVIA. I pendolari viaggeranno con Trenord fino a novembre 2033 ma nel frattempo il servizio peggiora: la puntualità scende come il numero dei passeggeri, aumentano ritardi e soppressioni. La fotografia non è dei comitati ma di Regione, primo “cliente” della compagnia: in una relazione approvata in giunta, la politica traccia un bilancio sulle inefficienze del servizio ferroviario e ammette: dal 2021 al 2023, gli obiettivi di qualità non sono stati centrati. «Tali obiettivi, che erano stati fissati in maniera sfidante in un periodo di andamento mediamente positivo del servizio, sono risultati incompatibili con la situazione di criticità via via toccata dall'impresa e non sono stati pertanto raggiunti» si legge nel documento, che sottolinea: nessuno dei quattro indicatori globali che misurano la qualità del servizio (numero medio di soppressioni al giorno, ritardo medio e due target di puntualità) è stato rispettato. E inoltre: «L’andamento del servizio Trenord, a seguito della ripresa della domanda di trasporto nel corso del 2022, presenta un calo delle performance in termini di ritardi e soppressioni».

Soppressioni e ritardi

Puntualità e corse certe sono i pilastri per garantire un servizio efficiente invogliando i cittadini a fare a meno dell’auto, ma i dati regionali raccontano un’altra storia. L’indice di puntalità medio mensile del 2023 (treni arrivati a destinazione entro un ritardo di 5 minuti), per esempio, si assesta all’85.8 per cento, e crolla al 78.5 se si contano solo i treni in circolo sulla rete lombarda nelle ore di punta, dal lunedì al venerdì. Valori più bassi dello standard previsto dal contratto di servizio, che come “obiettivo-puntualità” ha fissato la soglia del 95% per l’indicatore sull’intera giornata e del 90% per le ore di punta nei giorni feriali. Mancato anche l’obiettivo-soppressioni: il contratto con Trenord “tollera” 9.6 corse cancellate in media ogni giorno, ma il dato medio nel 2023 – soppressioni totali o parziali – tocca quota 43.5. La relazione fornisce anche altri dati sui treni mai partiti o cancellati: se si considerano tutte le corse soppresse (tra cause imputabili a Trenord, scioperi etc.) il dato medio sale fino 94 cancellazioni giornaliere l’anno scorso, in crescita rispetto alle 70 del 2019 (nel 2022 erano 108, cioè quando il passante verso Milano è stato chiuso). Regione commenta i dati, tenendo conto dell’andamento mensile: «Va osservato che un numero ottimale e fisiologico di soppressioni/giorno è intorno a 20. Il valore di 40 può essere considerato accettabile. Sopra il 40 l'impatto sui viaggiatori inizia a essere rilevante. Di conseguenza, negli ultimi mesi del 2023 i valori tra 60 e 80 appaiono problematici, soprattutto se associati alla presenza ormai significativa dei treni nuovi» si legge.

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I bonus per i viaggiatori

Crescono i disservizi e di conseguenza anche i bonus per i viaggiatori, cioè gli indennizzi a compensazione di ritardi e cancellazioni. La relazione riferisce che «nel 2022 e 2023 il numero di bonus è tornato a crescere, secondo un trend sostanzialmente lineare, con rispettivamente 159 e 173 bonus, coerente con il degrado dei valori di puntualità e soppressioni esaminato».

C’è poi il calo dei passeggeri, che nei giorni feriali scendono dagli 820mila di novembre 2019 (anno prima della pandemia) ai 713mila dell’anno scorso, stesso mese. La relazione è cauta nel confrontare i periodi, perché nel frattempo le modalità di rilevazione sono cambiate e l’introduzione dello smart working può aver influito. Ma sottolinea: «I valori dall'autunno 2022 in poi, da quando l’influenza della pandemia può dirsi conclusa, mostrano valori nel giorno feriale compresi tra i 640mila e i 710mila viaggiatori, inferiori al trend di crescita pre-Covid che aveva portato agli 820mila viaggiatori del 2019».

I passeggeri che l’anno scorso hanno scelto il treno, invece, hanno inviato 8.500 reclami all’azienda: come dire 23 al giorno in tutta la Regione.

Il rappresentante dei pendolari: «I numeri sconfessano la narrazione condotta da politici e azienda»

Secondo i pendolari, la relazione regionale straccia la patina di puntualità ed efficienza che, nel pensiero comune, ammanta il trasporto pubblico e altri servizi della Lombardia, Regione che ha fatto dell’eccellenza un punto fermo della sua comunicazione istituzionale: «I numeri reali, purtroppo, sconfessano la narrazione degli amministratori delegati e dei politici regionali, che parlano di puntualità ed eccellenza di servizio» commenta Franco Aggio, referente dell’associazione Mi.Mo.Al. (che raggruppa i pendolari della Milano-Mortara-Alessandria) e rappresentante provinciale dei viaggiatori ai tavoli regionali sul trasporto pubblico. «I dati raccontano una realtà molto diversa rispetto a quella messa in luce dai comunicati stampa e dalle dichiarazioni pubbliche della politica, e danno ragione ai pendolari che ogni giorno sperimentano difficoltà durante i loro viaggi. Contrariamente agli annunci, il servizio ferroviario non è migliorato, nonostante i tanti treni nuovi che sono stati immessi in circolazione. Non tutti i ritardi e le cancellazioni sono imputabili a Trenord, ma l’azienda ha una responsabilità oggettiva in merito al servizio che deve garantire ai suoi passeggeri». Nel frattempo, l’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) ha avviato un provvedimento che potrebbe culminare in una maximulta fino al 10 per cento del fatturato per via di interpretazioni «non conformi» delle regole sul rimborso ritardi. È quanto rischia Trenord, finita nel mirino dell’authority: al centro della contestazione, il metodo usato dalla compagnia per calcolare i risarcimenti dovuti agli abbonati in caso di ritardi e soppressioni. —

Si.P

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