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Trieste, dalla bretellina del Molo IV riemergono tracce dell’800

TRIESTE. La scoperta è avvenuta per mero caso, una settimana fa, durante i lavori di infrastrutturazione della bretellina parallela a corso Cavour. Le imprese incaricate dal Comune stavano scavando la trincea per una nuova linea di gas, quando si sono imbattute in una pietra arenaria risalente a due secoli fa: una porzione dell’antico Molo del Sale, dimenticato nella storia e oggi completamente interrato sotto il Molo IV.

I LAVORI

I lavori rientrano nell’ambito della realizzazione del nuovo Viale monumentale del Porto Vecchio, cantiere finanziato dal Pnrr il cui termine è previsto – da programma – al 2026. Il tratto in questione, la bretellina di collegamento da largo Santos a piazza Duca degli Abruzzi, non rientrerà propriamente all’interno del lotto, ma sarà funzionale allo stesso. Lì infatti si prevede di realizzare il nuovo ingresso al park Molo IV, dato che il piazzale del Miela sarà sua volta interessato dal cantiere del Porto Vivo.

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L’INTERVENTO

In corrispondenza della bretellina l’intervento consiste semplicemente nell’infrastrutturazone dei servizi (acqua, luce, gas e rete cablata), attualmente in corso da parte del Comune tramite le imprese Mari & Mazzaroli Spa e Rosso Srl di Trieste e Adriacos Srl di Latisana. A dirigere i lavori c’è Silvia Fonzari, Rup è Giulio Bernetti.

LA CHIUSURA AL TRAFFICO

L’intervento aveva già richiesto la chiusura al traffico della bretellina lo scorso maggio, comportando alcuni iniziali disagi a chi, da largo Santos, arrivando da viale Miramare o dal Porto Vecchio, voleva dirigersi direttamente nel parcheggio del Molo IV o lungo le Rive, evitando di immettersi nel traffico di corso Covour. Una modifica alla viabilità che ora dovrà essere prorogata di «poche settimane», fa sapere il Comune.

IL RITROVAMENTO

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I reperti sono stati riportati alla luce nel corso di un sondaggio compiuto dalla ditta Archeotest (incaricata dal Comune) sotto la direzione scientifica della Soprintendenza, subito contattata a seguito dei ritrovamenti. Una settimana fa, infatti, gli operai delle imprese appaltate stavano scavando il manto della bretellina, utile al passaggio di una nuova linea di gas in corrispondenza dell’ingresso al parcheggio, salvo poi imbattersi in un’antica pavimentazione di un metro per 8,35. Le lastre, formate da conci squadrati di pietra arenaria, si trovano a una profondità di circa 70 centimetri al di sotto della carreggiata: il livello della Trieste di due secoli fa.

IL livello di due secoli fa

Il reperto appartiene alla radice del vecchio Molto del Sale, come confermato da Pietro Riavez di Archeotest. Un molo ottocentesco, all’epoca in uso alle saline, e oggi dimenticato. In passato si protraeva in diagonale verso il mare nella direzione della Capitaneria portuale, ma oggi è quasi del tutto interrato sotto il park del Molo IV. «Il molo è al livello in cui si passeggiava sulle Rive due secoli fa, prima della sopraelevazione stradale», spiega Riavez, notando peraltro come il colore sia diverso dai masegni che tipicamente vengono rinvenuti in città. Il manufatto riporta alcuni «presunti danneggiamenti» che secondo il Comune potrebbero essere stati arrecati da interventi precedenti.

La conservazione

«I nostri uffici sono in contatto con la Soprintendenza per la gestione del ritrovamento», precisa l’assessora ai Lavori pubblici Elisa Lodi. Al termine delle indagini si porrà quindi il quesito della conservazione. Il Rup incaricato, ingegner Bernetti fa sapere che «è stato richiesto di rimuovere le pietre dal sito» e custodirle altrove. A differenza di altri importanti manufatti riemersi dal passato del Porto Vecchio, per i quali si è deciso di farli coesistere con i cantieri del futuro Porto Vivo, in questo caso «abbiamo poca possibilità di manovra: i servizi – annota Bernetti – dovranno passare per quella bretellina». I resti del Molo del Sale, con ogni probabilità, andranno quindi spostati.

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