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Il sole spacca le angurie, la pioggia fa calare il raccolto: agricoltura in crisi

Il sole spacca le angurie, la pioggia fa calare il raccolto: agricoltura in crisi

foto da Quotidiani locali

L’instabilità climatica non risparmia neppure il mercato delle angurie, con rischio rottura dei frutti e una riduzione del 35% dei primi raccolti. La morsa del caldo sta facendo danni a macchia di leopardo per gli agricoltori, a cui si aggiungono le piogge torrenziali tra aprile e giugno che hanno causato un forte rallentamento allo sviluppo.

Ne è un esempio la città di Chioggia, dove il raccolto delle angurie è iniziato a fine luglio, in ritardo a causa delle piogge torrenziali cadute tra primavera e inizio estate, un notevole danno per le prime raccolte. Il caldo, necessario per la maturazione del frutto, è infatti arrivato solo da poco.

«Prevediamo sicuramente una riduzione fin del 35% della produzione nelle prime raccolte, che dureranno fino ad agosto», afferma Roberto Grisotto, titolare di un’azienda di 60 ettari nell’area di Cavarzere insieme al cugino Mauro, dove si coltiva radicchio, soia, grano, mais e a rotazione anche tre ettari destinati ad angurie.

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La grande quantità d’acqua ha provocato un fenomeno di asfissia delle piantine, con una conseguente riduzione della produzione. Di più: precipitazioni intense e grandine favoriscono lo sviluppo di molteplici malattie fungine che costringono ad incrementare l’utilizzo di prodotti fitosanitari.

Si tratta cioè di pesticidi, sostanze destinate a proteggere i vegetali da tutti gli organismi nocivi. Certo è che negli ultimi anni il clima non ha favorito questa coltivazione, con condizioni meteo instabili tra caldo record, piogge intense e siccità.

Effetti che poi si riproducono su un mercato che solo in Italia riguarda 11mila ettari coltivati e una produzione stimata di circa 510mila tonnellate: in Veneto ci sono 300 ettari, di cui 10% nella provincia di Venezia.

E Grisotto è un «addetto ai lavori» perché da ben 25 anni coltiva angurie ed è uno fra i molti a denunciare le calamità nell’agricoltura, come quelle piogge cadute con una potenza estrema che si ripercuotono in maniera massiccia sul raccolto: «Abbiamo registrato anche danni da grandine per l’evento del 23 maggio, tempestivamente segnalati all’assicurazione per eventuali risarcimenti. Si è trattato di una grandinata di moderata intensità, ma che ha causato diversi danni soprattutto sui trapianti più precoci perché erano in piena fioritura». Queste infatti, colpite dalla grandine, hanno avuto un forte riduzione di allegagioni e quindi una riduzioni di frutti».

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