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Chiuso in un casello e rapinato per pochi euro: denunciati tre giovani

Rapinato dal branco per 21 euro. Picchiato e derubato di tutto quello che aveva in tasca, dopo essere stato chiuso in un casello ferroviario, sulla pista ciclabile “La lunga via delle Dolomiti”.

Scene da Arancia meccanica cinquanta e passa anni dopo, con tre giovani nel ruolo dei famigerati drughi inventati da Anthony Burgess e un 21enne pacifico turista, che stava passeggiando per i fatti suoi, in una domenica d’estate, sulla via di comunicazione ecologica tra Calalzo e Cortina. Quella che segue fedelmente il tracciato dell’antica ferrovia e, di solito, non riserva insidie ai frequentanti.

Il ragazzo è in villeggiatura in Cadore con la madre, una donna che fa un lavoro importante, a livello internazionale e l’altro giorno aveva deciso di concedersi una scampagnata su questa fettuccia di asfalto, che non è mai deserta, specialmente d’estate e nei giorni festivi.

Erano le 16 e niente faceva prevedere quello che sarebbe capitato. Secondo quanto riferito e confermato, da dietro una curva, sono spuntati come dal nulla tre giovanissimi individui, uno dei quali aveva in mano un coltello.

L’aggressione è stata rapidissima e senza possibilità di salvezza: non si sa se i tre avessero un piano prestabilito o meno, di sicuro l’hanno accerchiato e costretto a entrare in un vecchio casello, al limite del sequestro di persona.

Una volta dentro, l’hanno minacciato con la lama e malmenato con calci e pugni, chiedendogli di consegnare tutto il denaro che aveva. Il bottino è stato umiliante: 21 euro. Al mercato corrente (sempre variabile, come il petrolio), meno del prezzo di due canne di hashish o marijuana.

La droga dovrebbe c’entrare nella vicenda, in qualche maniera. Dopo la rapina, la fuga in direzione opposta, con la speranza di non avere complicazioni.

Ma evidentemente si erano imbattuti in un giovane molto più sveglio di loro. Che dopo aver fatto un salto al Pronto soccorso del Giovanni Paolo II di Pieve di Cadore è andato anche alla più vicina caserma dei carabinieri, a presentare una denuncia.

Nessun dubbio sulla qualificazione del reato: rapina impropria. Sulla base di una descrizione precisa e puntuale, i militari di Pieve si sono messi alla ricerca degli indagati, trovandoli a Calalzo.

Dovrebbero essere tutti dell’Est europeo (zona Romania e Ucraina), di sicuro sono stati tutti denunciati per questo grave reato e uno anche per porto illegale di arma od oggetto atto a offendere.

Non sono stati arrestati, in mancanza della flagranza di reato, ma potrebbero essere passati per la sede della compagnia per identificazione e una fotografia segnaletica.

La vittima sta bene: tanta paura e qualche livido per la miseria di 21 euro, probabilmente da investire in sostanze stupefacenti.

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