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Parigi 2024, De Coubertin mai così tradito: a pagare la “catastrofe Macron” è lo sport

Parigi

Comunque vada sarà un insuccesso. Parigi 2024 segna un punto di non ritorno per le Olimpiadi, un duro colpo alla grandeur narcisistica d’Oltralpe, e rischia di far perdere appeal e fascino alla manifestazione sportiva più attesa, quella per la quale gli atleti di discipline spesso considerate (ingiustamente) “minori” lavorano sodo per quattro anni. L’ultimo episodio […]

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Parigi

Comunque vada sarà un insuccesso. Parigi 2024 segna un punto di non ritorno per le Olimpiadi, un duro colpo alla grandeur narcisistica d’Oltralpe, e rischia di far perdere appeal e fascino alla manifestazione sportiva più attesa, quella per la quale gli atleti di discipline spesso considerate (ingiustamente) “minori” lavorano sodo per quattro anni. L’ultimo episodio del match pugilistico di Angela Carini, costretta ad abbandonare il ring dopo soli 36 secondi per il pugno ricevuto dall’atleta trans algerino, è solo l’acme di sei giorni da incubo e non si sa ancora cosa succederà da qui all’11 agosto, giorno di chiusura della kermesse.

Parigi e De Coubertin, un ossimoro francese

Parigi 2024, cent’anni dopo l’edizione del primo dopoguerra, tradisce Pierre De Coubertin che il 1896, ripartendo proprio da Atene, volle reintrodurre la formula greca per organizzare una manifestazione globale che affratellasse i popoli. Un disastro l’apertura con la blasfemia cristiana e i Capi di Stato lasciati sotto la pioggia; un disastro (e lo ha ribadito il nostro campione, Tommaso Ceccon) il villaggio olimpico senza aria condizionata e con i letti di cartone, in cui si mangia male e si dorme poco; una miseria la Senna sporca e non balneabile con gli atleti del triathlon vomitanti. E poi il politicamente corretto dell’inclusione di atleti gender, e di fatto maschi, nella boxe. La Francia di Macron e il Cio hanno fatto un lavoro ineguagliabile, con un tafazzismo che sarebbe stato difficile da pensare.

Così lo sport non lo vedrà più nessuno

Siccome il Cio, come tutte le federazioni sportive, compresa quella più potente, la Fifa (calcio), è interessato quasi solo alla moneta, c’è il rischio che gli sponsor si defilino e che gli spettatori calino. Perché uno sport alterato e palesemente truccato non interessa più a nessuno. Perché le Olimpiadi hanno vissuto nel passato la tragedia del doping (dai Paesi comunisti a Ben Johnson), che già aveva inficiato il rapporto di fiducia con la gente. Che apprezza chi combatte dando tutto se stesso più di chi vince, ma a condizione che vi sia lealtà e un’effettiva parità di base.

La presunzione di Macron

Macron ha usato questa tregua olimpica come relax dopo i disastri elettorali e dal 12 agosto dovrà fare i conti con l’esigenza di dare vita a un’alleanza politica quasi impossibile, tra estremisti e liberali. Epperò, l’insuccesso delle Olimpiadi porta il suo nome. Tutte le falle organizzative richiamano a una presunzione veramente insopportabile, con gli atleti lasciati alla mercè del caso e senza opzioni alternative. Un Re nudo, peggio di Luigi XVI, con un alone di suprematismo ingiustificato, che mette la firma su una catastrofe senza precedenti.

Vedendo Parigi viene voglia di rimpiangere Mosca 80

Nel 1980 le Olimpiadi si svolsero a Mosca e furono boicottate dagli Usa per l’invasione di Kabul (l’Urss avrebbe “ricambiato la cortesia” quattro anni dopo a Los Angeles). Eravamo in piena guerra fredda e senza le tecnologie odierne, nella capitale mondiale del socialismo reale. Eppure, nonostante tutto, se paragonate ad oggi, furono Olimpiadi eccellenti.

L’ipocrisia di uno sport che cede alla cultura woke

Un discorso a parte merita il Cio, ipocrita come tutto il mondo che gestisce quello che per loro è diventato solo un business. Così come la Fifa ingaggia retoriche battaglie contro il razzismo, salvo poi assegnare due mondiali ai Paesi arabi in cui i diritti civili sono una chimera, il Comitato Olimpico si piega al buonismo di massa ignorando i principi valoriali per cui è nato. Ma lo fa perché ritiene di alimentare un business, non capendo che progressivamente sempre meno gente vedrà i Giochi in tv. Una volta le Olimpiadi erano una festa che univa popoli e persone lontane, oggi è una commedia mal riuscita che inorridisce e che è persino snobbata. Ha fatto bene Sinner, anche se il motivo era la tonsillite, a starsene casa. Non expedit  avrebbe detto la Chiesa post-risorgimentale. Con buona pace di Macron e della sua grandeur, diventata penosa e puerile.

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