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Battaglia per il Fine vita, la nuova mossa di 17 consiglieri dell’opposizione

TRIESTE L’ultimo atto della battaglia delle opposizioni per “un fine vita dignitoso” è stato presentato in una conferenza stampa in Consiglio regionale. I consiglieri Enrico Bullian (Patto) e Roberto Cosolini (Pd) hanno illustrato il Voto alle Camere e al governo della Repubblica sottoscritto da 17 consiglieri delle opposizioni appartenenti al Pd, Patto, Avs, M5s e Open sinistra Fvg.

L’iter

Lo strumento è peculiare e legato alla specialità della Regione. Si tratta di una sorta di mozione che, se approvato in un voto in Consiglio regionale, porterebbe la richiesta direttamente sul tavolo della premier, Giorgia Meloni e del ministro competente, ossia quello della Salute, Orazio Schillaci, o dei presidenti di Camera e Senato, rispettivamente Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa.

La richiesta alle Camere


“Chiediamo che le Camere legiferino quanto prima sul tema del fine vita, ma a partire dalla sentenza della Corte costituzionale numero 242 del 2019, e non in maniera regressiva come alcune proposte di legge attualmente in discussione in Parlamento”, ha affermato Bullian.

Per lui, “la società civile è più avanti della politica su questo tema” e ha ricordato che “la Slovenia ha di recente approvato un referendum consultivo, dove i cittadini richiedono un intervento legislativo sul fine vita”. “È inaccettabile in un Paese civile che sia la magistratura a dover decidere, nell’assenza totale di strumenti legislativi”, ha puntualizzato l’esponente del Patto.

Le possibili obiezioni

Cosolini ha anticipato alcune obiezioni che potrebbero essere avanzate in Aula dove per lui sono state esposte “posizioni paradossali, come: si comincia così, si apre la finestra e si arriva alla legalizzazione del suicidio”. “Non è di questo che stiamo parlando, ma solo dei casi già identificati nella sentenza della suprema corte: persone che soffrono in maniera intollerabile e con patologie irreversibili, che non hanno nemmeno la possibilità di migliorare”.


Inoltre, ha aggiunto l’esponente dem, “non ci si dica che le cure palliative sono la soluzione, che pure sono uno strumento importantissimo del sistema sanitario che fa passi avanti in maniera disomogenea e lenta, ma non sono risolutivi in certi casi estremi”.

Il ruolo delle altre Regioni


“Siamo consapevoli che il Voto alle Camere del Fvg da solo non porterebbe a molto, ma se la pressione arrivasse da tutte e 20 le Regioni, qualcosa potrebbe muoversi”, ha affermato Bullian, che ha inoltre annunciato un’interrogazione “per sapere se ci sono altri casi oltre ai quattro seguiti dall’Associazione Coscioni e resi pubblici e a quanto ammontano le spese legali da parte di Asugi”.

I numeri necessari


Il Voto alle Camere deve essere sottoscritto da almeno cinque consiglieri, quello sul fine vita è sottoscritto da 17 consiglieri di opposizione. Inoltre non può riguardare materie appartenenti alla competenza della Regione. La discussione e il voto della proposta di legge di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Coscioni che in Fvg aveva raccolto 8 mila voti era stata fermata da una pregiudiziale di costituzionalità, proprio perché la maggioranza argomentava fosse materia su cui è competente lo Stato, anche sulla base di un parere dell’Avvocatura di Stato.

“Ora ci aspettiamo un’altra accoglienza da parte della maggioranza”, ha sottolineato Bullian. Ora sull’ammissibilità del Voto alle Camere si deve esprimere “inappellabilmente” il presidente del consiglio regionale, Mauro Bordin. L’auspicio di Bullian e Cosolini è che si arrivi a discutere in Aula il testo in autunno.

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