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Martin e Philipp, i due tecnici del soccorso alpino austriaco morti sullo Jof Fuart: sono precipitati per quaranta metri

Martin e Philipp, i due tecnici del soccorso alpino austriaco morti sullo Jof Fuart: sono precipitati per quaranta metri

Ad allertare i soccorsi erano state le chiamate senza risposta inoltrate dai parenti ai cellulari dei due che non avevano più dato notizie di sé: erano ancora legati dalla corda e in parte ancorati alla parete

MALBORGHETTA VALBRUNA. Sono precipitati per una quarantina di metri dalla via che stavano affrontando, a quota 2000, sul gruppo dello Jof Fuart, da spigolo Comici alla cima di Riofreddo. Per loro non c’è stato nulla da fare: i corpi senza vita sono stati individuati dagli uomini del soccorso alpino e speleologico regionale già mercoledì sera, lungo la parete, a circa un terzo della via, ancora legati alla corda.

Si tratta del 30enne Lesjak Martin e del 39enne Steiner Philipp, entrambi soccorritori del soccorso alpino austriaco, in forze alla stazione di Villaco, città dove entrambi risiedevano.

Ad allertare i soccorsi, mercoledì sera, erano state le chiamate senza risposta inoltrate dai parenti ai cellulari dei due che non avevano più dato notizie di sé. Chiamate a vuoto che avevano spinto le famiglie a dare l’allarme, rafforzato dall’auto che Lesjak e Steiner avevano parcheggiato in val Saisera prima di attaccare l’ascesa e sul far della sera di mercoledì non avevano ancora recuperato.

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Nonostante l’ora, gli uomini del soccorso alpino della stazione di Cave del Predil si sono subito attivati mercoledì, avviando alle 8 di sera le ricerche con l’elisoccorso e individuando, in meno di un’ora di perlustrazione, i corpi senza vita dei due, morti come detto dopo essere precipitati lungo la parete che stavano affrontando.

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Il sopraggiungere dell’oscurità e la posizione impervia dove si erano fermati i due corpi non ha consentito ai soccorritori di effettuare subito il recupero, rinviato a giovedì mattina, quando alle 5.30, da Campoformido, si è nuovamente sollevato l’elisoccorso con a bordo due tecnici del Cnsas, uno dei quali già sull’elicottero la sera prima e dunque edotto del luogo esatto nel quale andare a recuperare i corpi.

Giunti in val Saisera, dopo un breve briefing, i soccorritori hanno raggiunto in elisoccorso il luogo dell’incidente. Uno solo si è calato e ha messo in sicurezza i corpi delle due persone, che sono quindi stati caricati e portati a valle a bordo dell’elicottero uno alla volta.

«Abbiamo notato una sosta ancora esistente – ha raccontato ieri il delegato del soccorso alpino, Raffaello Patat – e i due corpi senza vita una 40ina di metri sotto». Difficile stabilire con certezza le cause dell’incidente. Forse un errore umano, forse una scarica di sassi.

«Abbiamo trovato una delle due corde con cui arrampicavano rotta – ha aggiunto Patat –. Uno dei due è precipitato e con la seconda corda si è trascinato dietro anche il secondo». I due alpinisti sono caduti per una quarantina di metri, fermandosi a circa 10 metri l’uno dall’altro, ancora legati dalla corda e in parte ancorati alla parete. Iniziato alle 5.30 del mattino l’intervento si è concluso circa due ore dopo, intorno alle 7.30.

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