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Quindici giorni per vivere le emozioni e i valori degli alpini: presentati i campi scuola Ana per i ragazzi dai 16 ai 25 anni

UDINE. Intorno a un falò, tende e picchetti. Poi loro, le ragazze e i ragazzi iscritti ai campi scuola dell’Ana, l’Associazione nazionale alpini. Hanno dai 16 ai 25 anni, sono guidati da un desiderio, sincero, di condivisione. Il sentimento, di recente, ha trovato un sostegno ufficiale nell’operato della Regione Friuli Venezia Giulia, intervenuta nello sviluppo delle attività svolte in tale contesto, sul suolo regionale, con uno stanziamento da 84 mila euro per l’anno 2024.

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L’esperienza, svolta in collaborazione con i volontari della Protezione civile dell’Ana, potrà così continuare a fiorire, promuovendo momenti formativi e pratici, occasioni di incontro finalizzati alla crescita di ogni partecipante. «Questo stanziamento – le parole del consigliere regionale Diego Bernardis, promotore dell’emendamento modificativo con cui la manovra si è resa possibile – è frutto di un lavoro di squadra iniziato da diversi mesi e che è risultato vincente grazie alla virtuosa sinergia fra la regione e l’Associazione nazionale alpini».

Due i campi organizzati quest’anno sul suolo Fvg: uno a Tramonti di Sopra, concluso col 20 luglio, l’altro a San Pietro al Natisone, iniziato sabato scorso. Proseguirà fino all’11 agosto. Incontri e sessioni pratiche nel menù dei partecipanti, i quali avranno l’inedita chance di confrontarsi coi volontari delle varie specialità in dote alla Protezione civile dell’Ana (cinofili, alpinisti, logisti, addetti all’antincendio boschivo, ecc.) e alla sanità alpina (primo soccorso, logistica ospedale da campo).

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«Si tratta di un’iniziativa meritevole – ha continuato così Bernardis – che in questo modo trova concretezza e linfa per le future attività». A condividere dunque la decisione, ora messa a emendamento modificativo, l’assessore regionale alla salute e delegato alla protezione civile Riccardo Riccardi. «Quello di cui parliamo è un investimento – il commento dell’assessore –, un lavoro importante che consente ai giovani di consolidare il loro desiderio di stare insieme, di fare spogliatoio. Dobbiamo recuperare i rapporti con le persone e vediamo che tra i giovani c’è una domanda importante proprio in quest’ottica».

Il claim dei campi scuola, “Mettere il noi prima dell’io”, agisce pertanto in linea con le intenzioni di chi, tale progetto, ha scelto di sostenerlo, lo sguardo proiettato verso il futuro. «Ci stiamo rivolgendo alla classe dirigente del domani – ha proseguito Riccardi –, a coloro i quali potranno far sì che la straordinaria esperienza del nostro sistema di protezione civile abbia un futuro». A intervenire alla conferenza anche il presidente nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero: «Questa iniziativa vuole coinvolgere i giovani e trasmetter loro i nostri valori. Ma l’intenzione è anche quella di far conoscere loro il territorio, prepararli a entrare nella Protezione civile. I feedback, finora, sono stati molto positivi. A livello nazionale abbiamo avuto quasi 800 ragazzi: con questo aiuto confidiamo di crescere ancora in vista dei prossimi campi».

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