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La differenza tra transessualità e intersessualità

L’importanza di utilizzare parole corrette sembra fare a pugni con le dinamiche social delle comunicazione politica. E se per quel che gli utenti appare complicato raggiungere una cultura nelle definizioni (anche se nell’epoca dell’ossessivo utilizzo di Internet non servono più di cinque minuti per informarsi e non cadere nell’errore), gli attori della politica dovrebbero ricordarsi di avere un ruolo di responsabilità – anche comunicativa – che ha riflessi sui cittadini. Nel monografico di oggi, abbiamo parlato del caso della pugile algerina Imane Khelif, definita erroneamente da rappresentanti delle istituzioni italiane (come il Ministro Matteo Salvini e la seconda carica dello Stato – Presidente del Senato della Repubblica – Ignazio Benito Maria La Russa) come un’atleta “trans”. In realtà, come abbiamo spiegato in un precedente approfondimento, la 27enne è nata senza organi sessuali maschili, nonostante il suo corredo genetico (non solo a livello di cromosomi) sia maschile. Si parla di intersessualità che è molto diversa dalla transessualità.

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Non parliamo, come sostiene il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini (che utilizza queste “polemiche” per non parlare del caos idrico e ferroviario, materie di sua competenza) di “ideologia woke”, scimmiottando Elon Musk e Donald Trump, ma di una questione molto delicata che per molti anni ha dato vita a una vera e propria campagna di discriminazione e obblighi per le persone intersessuali di sottoporsi a interventi chirurgici o cure ormonali per poter rispondere al binarismo uomo-donna.

Perché la transessualità è una condizione che va oltre la scelta di una singola persona ed è l’evidenza che la natura non prevede esclusivamente un uomo e una donna. Perché ci sono persone che nascono con un corredo genetico maschile (non solo a livello di cromosomi, ma anche per tutti gli effetti a cascata di questa caratteristica nel DNA), ma senza organi sessuali maschili. Dunque, si nasce così. Non si è deciso di nascere senza pene per identificarsi come una donna.

Intersessualità, cos’è e perché è diversa dalla transessualità

Infatti, come sottolineato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, una persona intersex è quella che «non corrisponde alla definizione tipica dei corpi maschili o femminili». Fin dalla nascita. Questa condizione, che non è una malattia, può derivare da diversi fattori: dalla sindrome dell’ovaio policistico, all’iperplasia surrenalica congenita, fino all’irsutismo. Insomma, una serie di fattori che può – non sempre accade – sfociare nell’intersessualità di una persona. Dunque, appare evidente il difficile inserimento all’interno di una dinamica binaria che prevede solamente il genere maschile e quello femminile, senza alcuna sfumatura.

Spesso e volentieri, anche per una superficialità idealistica, le persone intersex vengono “etichettate” come trans. Peccato che tra le due definizioni ci siano grandissime differenze che possiamo sintetizzare così: le persone transessuali hanno un’identità di genere che non corrisponde al sesso assegnato fin dalla nascita. Dunque, si sentono donne in un corpo biologicamente maschile o uomini in un corpo biologicamente femminile. Non persone, come accade nell’intersessualità, che nascono senza organi sessuali maschili, ma con corredo genetico maschile. Dunque, da una parte (la transessualità) c’è una scelta da parte del singolo, mentre dall’altra è stata la natura a scegliere. O, come piace ai citati personaggi che hanno diffuso la bufala su Imane Khelif, è stato Dio a decidere.

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