Caso Emanuela Orlandi, Padre Lombardi: “Pensammo che il sequestro fosse legato ad attentato a Woityla”
Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa Vaticana dal 2006 al 2016, parla di Emanuela Orlandi, la ragazzina sequestrata e mai più ritrovata nel 1983, davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta, ribadendo la trasparenza della Santa Sede e facendo una correlazione ipotetica tra l’attentato che subì Giovanni Paolo II nel 1981 a Roma e la sparizione, due anni dopo, della ragazzina, figlia di un dipendente del Vaticano.
“Ali Agca ed Emanuela Orlandi”
Nella deposizione, Padre Lombardi difende la buonafede e l’operato della Chiesa ed apre ad ipotesi interpretative sul sequestro: “L’idea prevalente era che il sequestro di Emanuela fosse collegato in qualche modo con la situazione dell’attentato al Papa e di Alì Agca”, ha detto il sacerdote, aggiungendo che, “sull’ipotesi di ricatti e sullo Ior e i finanziamenti a Solidarność, chiesi esplicitamente se c’era stato qualche elemento concreto e tutti mi dissero che su questo non c’era assolutamente niente”.
“Woityla si impegnò per Emanuela”
Padre Lombardi ha parlato anche del ruolo che ebbe Giovanni Paolo II nella ricerca della ragazza e della verità. “Io insisto sull’impegno personale del Papa: è intervenuto otto volte in pubblico a favore di Emanuela ricordando la situazione, invitando a pregare, rivolgendosi a chi fosse responsabile. Dalla Chiesa ci fu sempre un atteggiamento coerente”.
“Dal Vaticano atteggiamento responsabile, non abbiamo segreti”
Il prelato e giornalista ha difeso la Santa Sede chiamata più volte in causa sulla questione Orlandi: “Io sono convinto che la sostanza dell’atteggiamento delle autorità vaticane e loro partecipazione alla vicenda è stata di collaborazione e desiderio di arrivare alla verità. Non ci sono occultamenti di elementi importanti: il fatto di continuare a dire che ‘se il Papa vuole dice la verità’ non lo considero attendibile e fondato. Io ritengo che non ci siano segreti conservati intenzionalmente, decisivi, da qualche parte”, ha aggiunto l’ex direttore della sala stampa del Vaticano davanti alla Commissione parlamentare.
“Più clamore perché avvenuto in Vaticano”
Padre Federico Lombardi ha concluso la sua audizione con una precisazione e sulla grande eco avuta dalla vicenda: “Il fatto che sia una cosa avvenuta in Vaticano contribuisce ad alimentare l’attenzione. Poi che sia un fatto molto drammatico è chiaro. Se non avessi voluto collaborare non sarei venuto qui due ore con voi”, ha aggiunto il sacerdote.
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