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Padova, picchiato e rapinato il titolare del caffè Missaglia

È stato un vero e proprio agguato, due assalitori che hanno fatto delle tenebre la loro maschera per celare l’identità. Ma non solo. Perché oltre all’agguato i predoni, almeno due, hanno infierito sulla vittima colpendola al volto e trascinandola sull’asfalto per diversi metri. Risultato? Il setto nasale deviato e una brutta frattura alla mandibola. Il bottino? Poche decine di euro nel portafogli, e un paio di apparecchi acustici. È accaduto a un noto imprenditore padovano, Carlo Quaggia di 69 anni, titolare dello storico bar d’angolo di via Santa Lucia, il caffè Missaglia. A raccontare i fatti è una cameriera del locale, nonché nipote della vittima, Federica Grazi: «Lui fa ancora fatica a parlare, ha la mandibola fratturata e sta ancora molto male», spiega la donna, «gli hanno dato una prognosi di 30 giorni ma non sappiamo ancora se dovrà essere operato».

L’aggressione sarebbe avvenuta sabato notte, poco dopo le 23, nella periferia urbana. L’uomo era di ritorno da una serata al ristorante in compagnia di alcuni amici. Un momento informale, un modo per trascorrere una piacevole serata estiva in tranquillità. Quaggia è poi salito in auto, ha messo in moto, e ha diretto le ruote verso casa. Da lì la strada è semplice, un tragitto che il 69enne conosce bene, fatta decine di volte di ritorno dal ristorante. Ma l’imprevisto è tutt’altro che prevedibile. «Mentre era al volante gli è squillato il cellulare», racconta la cameriera del caffè di via Santa Lucia, «era un messaggio di un amico. Niente di straordinario. Ma essendo buio ha preferito fermasi un attimo a bordo strada per leggere e rispondere». Una scelta che in qualsiasi contesto sarebbe auspicabile per evitare distrazioni alla guida. Il 69enne allora rallenta la marcia. Sulla strada del ritorno si trova in quel momento dalle parti di Camin, e ferma la macchina a bordo strada.

A quel punto inizia a scrivere il messaggio, ma con la macchina spenta fa caldo e apre la portiera per far girare l’aria. In quell’esatto momento è raggiunto da due predoni – «due nordafricani» puntualizza Grazi – che evidentemente erano di passaggio e hanno approfittato della distrazione del 69enne. Il tutto avviene nell’arco di pochissimi secondi. L’imprenditore, un uomo in forma e tutt’altro che anziano, viene trascinato fuori dall’auto e raggiunto da un violento gancio al volto. «È stata un’aggressione brutale. Gli hanno rotto la mandibola», racconta la nipote della vittima, «lui a quel punto ha provato a difendersi ma l’hanno colpito ancora e ha perso i sensi. È allora che lo hanno trascinato via: sulla schiena e sui gomiti ha delle bruttissime escoriazioni da trascinamento. E per corsa? Nel portafogli per fortuna non aveva che venti euro. E infatti, non contenti, gli hanno rubato gli apparecchi acustici».

Il 69enne, ripresa conoscenza, ha chiamato il 118 e le forze dell’ordine. «È stato portato in pronto soccorso, i medici hanno detto che si dovrebbe riprendere in trenta giorni – osserva Grazi – ma ha una brutta frattura alla mandibola. Le forze dell’ordine ci hanno raccontato che non è il primo caso, ma che altre persone sono state aggredite da quelle parti». Nel frattempo in questi ultimi giorni molti amici e clienti abituali si sono recati nell’esercizio per avere informazioni sulle condizioni di salute dello stimato imprenditore. «Abbiamo ricevuto molta solidarietà, tante persone sono passate per sapere come sta», conclude Grazi.

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