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Fare rifornimento costa caro. L'Italia è il quarto Paese più costoso in Europa



Sorpresa di inizio agosto. Ai distributori benzina e diesel sono in calo, da settimane, nonostante il periodo di ferie e partenze. Siamo abituati a impennate dei prezzi del carburante prima di ponti e esodi da bollino rosso e nero (come è questo primo weekend del mese). Milioni di italiani in partenza eppure... Eppure, benzina a 1,844 euro (media del 31 luglio) e a 1,939 sulle autostrade e gasolio a 1,725 euro e 1,836 euro in autostrada. Lontani dai costi dell’estate 2023 e dal picco del 14 marzo 2022 con 2,184 euro per la benzina e 2,154 per il gasolio

La diminuzione va avanti da una ventina di giorni. L’8 luglio è stato il giorno più caro con 1,876 al litro per la benzina e 1,759 euro per il gasolio. Da quella data tutto è stato costantemente in discesa e per ora il trend è quello. Sorpresa: niente impennata tradizionale di fine luglio, inizio agosto dei prezzi ai distributori di carburante. Certo ci sono delle differenze, tra Regione e Regione. Le Marche sono le più convenienti (1,825 benzina e 1,713 diesel il 26 luglio). Seguono Veneto (1,834), Lombardia (1,837), Piemonte (1,838), Umbria (1,847), Lazio (1,848) ed Emilia-Romagna (1,851). Dall’altro lato della classifica le più care con al primo posto il Trentino Alto-Adige con 1,888 euro al litro, in particolare nella provincia di Bolzano dove si arriva a 1,903. Seguono la Basilicata (1,884), Sicilia (1,883), Sardegna e Valle d’Aosta (1,879). Niente cali, ma nemmeno aumenti, per il GPL, stabile da giorni a 0,713 euro al litro.

E nel resto di Europa? Siamo al quarto posto nella classifica dei Paesi più cari. Prezzi più alti di quelli italiani si registrano in Danimarca (2,059), Paesi bassi (1,998) e Grecia (1,893). Guardando invece ai più convenienti spicca la Lituania dove la benzina costa in media 1,491 euro. Poi ci sono: Repubblica Ceca (1,509, Slovenia (1,511), Romania (1,516) e Polonia (1,526).

Buone notizie, dunque, per i 28 milioni di italiani previsti in viaggio in auto da ora a metà agosto. Ma è presto per cantar vittoria. Il prezzo del petrolio è in risalita dopo l’assassinio del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran. La tensione in Medio Oriente ha portato il prezzo del petrolio a un balzo di oltre il 3%. Il brent ha superato gli 80 dollari al barile. Pronti a una nuova corsa dell’oro nero? “L’elevato rischio geopolitico e i recenti sviluppi nella regione si rifletteranno sui benchmark del petrolio solo temporaneamente. A meno che non vengano colpite infrastrutture, è improbabile che il rally duri a lungo”, ha commentato alla Reuters Gaurav Sharma, analista petrolifero.

Ma l’attenzione resta alta. Il prezzo del petrolio, unito alla consuetudine “speculativa” dell’effetto esodo vacanziero, non permette di considerare scampato il pericolo boom dei prezzi ai distributori di carburante per i vacanzieri.

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