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Fobia Trans & Ossessione: le stucchevoli polemiche su Imane Khelif

di Beatrice Sarzi Amade

Penso che la polemica attorno a Imane Khelif meriti un’analisi approfondita perché offre spunti di riflessione interessanti.

Imane è una persona, e sottolineo persona, affetta da Swayer Syndrome, con un corredo cromosomico XY, e organi genitali femminili (tranne le ovaie). 

Questa particolare configurazione genetica è stata al centro delle controversie legate alla sua partecipazione alle Olimpiadi, sebbene, oggettivamente, la sua condizione non le conferisca alcun vantaggio fisico imputabile al dimorfismo sessuale.

Come mai? La sindrome di Swyer si verifica a causa di mutazioni o delezione del gene SRY, che è fondamentale per lo sviluppo dei testicoli nei feti maschi.  

Se SRY è mutato o assente, o se ci sono altri problemi nella cascata di sviluppo del sesso maschile, i testicoli non si formano. Quindi le persone affette da questa sindrome si sviluppano come femmine, chiaro Imane è femmina!

Imane, indiscutibilmente riconosciuta come donna dalla società, si trova di fronte a una rivelazione sconcertante attraverso analisi mediche: l’assenza del ciclo mestruale è causata dal suo corredo cromosomico XY. In questo contesto, la tecnologia agisce non solo come catalizzatore ma come strumento di rivelazione ontologica, trasformando ciò che era percepito come un’identità stabile e immutabile in un terreno di dibattito e incertezza.

Alcuni, armati di dati genetici, ora la definiscono maschio, tuttavia, questo stesso fatto, spesso utilizzato per sottolineare l’esistenza di categorie nette e incontestabili, rivela piuttosto la labilità dei criteri di classificazione nei casi limite e la loro dipendenza dalla transizione epistemologica sollecitata da avanzamenti di natura tecnologica.

Ho seguito una discussione in merito, in cui si sottolineava quanto il patrimonio genetico possa incidere sul successo nelle competizioni sportive,  esempi noti come quello di Casper Semeneya, la mezzofondista sudafricana con iperandrogenismo, e Zhang Ziyu, una cestista di statura notevolmente superiore alla media. 

Da qui, il discorso si è traslato sulle predisposizioni genetiche multifattoriali come elementi che potrebbero predeterminare il successo, sollevando interrogativi significativi sui criteri di inclusione ed esclusione nelle competizioni.

OVVIAMENTE NON è IL CASO DI IMANE , 

in quanto la sua condizione non porta a condizioni di vantaggio dal punto di vista fisico legate al dimorfismo sessuale.

Con questo non voglio dire che non si debba fare delle considerazioni importanti, siccome si sono visti casi come quello di Laurel Hubbard, Veronica Ivy o Fallon Fox che hanno cominciato a vincere competizioni internazionali dopo aver fatto la transizione da uomo a donna, che seppure fossero sotto terapia ormonale femminile erano avvantaggiati da una struttura ossea sviluppata sotto l’influsso degli ormoni maschili, MA RIPETO NON è IL CASO DI IMANE CHE è STATA INFANGATA DA UNA POLITICA SCIOCCA E DA UN’ATLETA ITALIANA ALTRETTANTO VERGOGNOSA!|

Il dilemma fondamentale di queste discussioni risiede nella loro contaminazione da fattori politici, che offuscano l’opportunità di un’analisi oggettiva e individualizzata, essenziale per bilanciare equità e inclusività, che non sempre vanno a braccetto.

Il pugilato, uno “sport” in cui la quasi totalita’ dei professionisti sviluppa traumi cerebrali in eta’ molto giovane e quasi tutti finiscono con demenza o parkinson. Ma mettendo da parte questo caso particolare ci ricorda un’ altra questione importante: 

che molti degli atleti che gareggiano a quei livelli hanno una predisposizione genetica particolare che permette loro di confrontarsi tra i più forti, veloci, muscolosi al mondo. Questo vale per i nuotatori bellocci che hanno un petto grande come il tappeto del mio salotto. O come le giocatrici di pallacanestro alte 

2 metri e 20 a 17 anni. 

Non si tratta solo di perseveranza e disciplina ma anche del giusto mix genetico.

In tempi passati, persone come Imane Khelif non avrebbero incontrato pubertà ma al giorno d’oggi possono attraversare l’acheronte attraverso l’uso di terapia ormonale. La terapia ormonale prepuberale immagino sia il motivo per cui era stata squalificata ai campionati mondiali di boxe qualche tempo fa (ma non più ora).

Se non fosse per questa fobia trans & ossessione TERF degli ultimi anni, Imane Khelif rientrerebbe tra i tanti casi limite di atleti olimpionici. Nessuno, mi risulta, hai mai chiesto di squalificare Zhang Ziyu (la donna altissima in foto) o Shaquille O’Neal nei tempi passati eppure mandrie di tifosi poco studiati straparlano ora di cromosomi facendo, essenzialmente, di due erbe un fascio. La questione, ripeto, e’ molto semplice: una persona che riesce a terminare una maratona in due ore ha sicuramente una predisposizione genetica multifattoriale. 

Eppure, per qualche motivo illogico una simile predisposizione genetica diventa invalidante e squalificante quando incontra e viene alimentata dalla paranoia TERF. E questo, appunto, mi fa sbattere la testa.

Detto questo: ragazzi la boxe lasciatela perdere. Boxe e football americano sono i modi piu’ sicuri per procurarsi traumatic brain injuries invalidanti.

E con questo brava Imane Khelif, e di proposito non faccio riemergere i motivi politici di gente non esperta che vuol denigrare tutto e tutti, cara Italia che vergogna!

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