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Toti: “La politica rifletta sul conflitto di poteri con le toghe. La manifestazione della sinistra sembrava un film western”

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All’indomani della revoca dei domiciliari durati tre mesi, Giovanni Toti non drammatizza la sua situazione personale. Lancia, invece, un allarme sui rapporti tra magistratura e politica, dove la critica è nei confronti di quest’ultima. “Non è lo Spielberg e io non sono Silvio Pellico”, ha detto a proposito degli arresti trascorsi nella casa di famiglia […]

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All’indomani della revoca dei domiciliari durati tre mesi, Giovanni Toti non drammatizza la sua situazione personale. Lancia, invece, un allarme sui rapporti tra magistratura e politica, dove la critica è nei confronti di quest’ultima. “Non è lo Spielberg e io non sono Silvio Pellico”, ha detto a proposito degli arresti trascorsi nella casa di famiglia ad Ameglia, in provincia di La Spezia. Molto più severo, invece, il giudizio su quello che la sua vicenda racconta: “Io non ce l’ho con la magistratura, ce l’ho con la politica che ha dato strumenti e leggi che hanno rotto l’equilibrio tra i poteri. Ho un profondo rispetto delle istituzioni e penso che i magistrati facciano il loro dovere”. “La politica – ha aggiunto Toti – non si rende conto di aver abbassato talmente tanto le difese immunitarie e che oggi la giustizia si è arrogata una sorta di giudizio morale sulla politica“.

Toti: “Vorrei che la politica riflettesse e recuperasse almeno la dignità degli altri poteri dello Stato”

“Vorrei che le forze politiche prendessero spunto da questa vicenda per un ripensamento del sistema politico, delle responsabilità dei politici, degli strumenti di controllo e del finanziamento della politica per tornare a darle almeno la dignità degli altri poteri dello Stato. Io oggi vivo l’espressione più grave di questo conflitto di poteri”, ha detto Toti, in un’intervista al Corriere della Sera nella quale ha ribadito la convinzione di non aver commesso alcun reato. Quali siano state le reazioni all’arresto di Toti è noto e, dunque, in un discorso generale che parla alle istituzioni, con i toni di un uomo delle istituzioni, non c’è bisogno per l’ex governatore della Liguria di entrare nel campo della polemica di parte.

La manifestazione della sinistra “sembrava un film western”

Rispondendo alle domande di Giuseppe Guastalla, che firma l’intervista, però Toti ha ricordato che in tanti del centrodestra l’hanno chiamato: da Crosetto a Donzelli, da Lupi a Salvini, “c’è un elenco lungo”. Anche il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, gli ha manifestato vicinanza. Mentre parlando delle manifestazioni del centrosinistra per chiedere le sue dimissioni ha sottolineato che “intanto erano poche persone per quattro leader nazionali insieme” e poi che “sembrava uno di quei film western dove la folla vuole linciare quello che sta in prigione. Qualcosa di culturalmente, giuridicamente e democraticamente stonato”.

Il motivo delle dimissioni: “Avremmo paralizzato la Regione, ora decideranno i cittadini”

“Proseguendo il braccio di ferro con la magistratura di Genova avremmo di fatto paralizzato la presidenza della Regione. Essendo un’inchiesta dai connotati politici molto spiccati è giusto che i cittadini esprimano il loro parere con il voto”, ha poi aggiunto Toti parlando delle sue dimissioni. Alle elezioni “ci sarà una lista civica, con o senza il nome Toti. Io non mi candido”, ha proseguito, spiegando di attendere invece il processo, che potrebbe esserci già in autunno: “Ho un sacco di cose che non ho avuto modo di dire”.

Al processo “ho un sacco di cose che non ho avuto modo di dire”

Gli arresti, ha chiarito ancora l’ex governatore, li ha presi “con la fatalità con cui prendi un incidente: sai che ti è capitato e cerchi di superarlo”. Ciò non vuol dire che non abbia avvertito “un profondo senso di ingiustizia e un po’ di impotenza, anche quella di un sistema politico che si è fatto mettere molto in subordine dal sistema giudiziario”. Toti, quindi, ha sottolineato che “le intercettazioni dimostrano solo un pezzettino della scena”, dalla quale è stato estrapolato il fatto che “il trattamento che Spinelli ha avuto da me è stato lo stesso di tutti gli imprenditori della Liguria”.

Quello che “non torna” nell’inchiesta

“La narrazione è la seguente: io ho davanti come presidente due imprenditori. Uno è un finanziatore dei miei comitati elettorali da sempre, l’altro non mi ha mai dato un soldo. Entrambi hanno una pratica legittima pendente negli uffici regionali e chiedono un interessamento della politica per un celere disbrigo. Se alzo il telefono e sollecito per il mio finanziatore sono corrotto, se lo faccio per l’altro ho fatto un atto di indirizzo politico. C’è qualcosa che non torna”, ha sottolineato Toti, ribadendo che “non c’è stato alcun do ut des” e aggiungendo che il clamore intorno agli incontri sulla barca di Spinelli “fa parte del moralismo di certa politica italiana che frequenta le barche però punta il dito contro gli altri. Ho incontrato gli imprenditori ovunque”.

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