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Dopo l’aggressione all’autista, la politica si schiera contro l’apertura alle auto del Nivolet

Ceresole Reale. In attesa che le indagini facciano piena luce sull’aggressione all’autista della navetta Vimu che arriva fino al Colle Nivolet, il caso spopola nel mondo della politica e dell’ambientalismo e da quelli sedi fioccano pepate dichiarazioni. L’antefatto: domenica scorsa l’autista (che si è affidato all’avvocato Andrea Quinto Bertano) ha denunciato una coppia per lesioni personali. I due, uomo e donna hanno a loro volta sporto denuncia.

La certezza è che dopo lo scontro l’autista ha avuto bisogno delle cure dell’ospedale di Ivrea, dove gli è stata riconosciuta una prognosi di sette giorni.

«Dalla riapertura al traffico delle automobili sulla strada che va al colle, litigi e incomprensioni sono all’ordine del giorno» dicono i ceresolini. Anche se questa volta si è andati oltre poiché la coppia che procedeva in discesa, mentre la navetta in salita, dopo aver ricoperto di epiteti ingiuriosi e sputi l’autista - che aveva la precedenza - ha tentato di spingere l’uomo giù da un dirupo.

«Va chiarito innanzitutto che il tratto di strada in questione non è quello legato alla riapertura verso il Serrù - precisa pacatamente il presidente dell’Ente Parco nazionale del Gran Paradiso, Mauro Durbano – e quindi talune dichiarazioni che ho letto in questi giorni andrebbero riviste in tal senso».

Nessuno però nasconde che alla riapertura della strada per il colle alle auto anche la domenica, frutto del mancato accordo tra l’Ente Parco nazionale del Gran Paradiso e i Comuni interessati, era stata forte l’opposizione delle associazione ambientaliste. La petizione su Change.org ha superato ormai le 33mila firme. Nella petizione, tra le altre cose, si legge che «il Canavese non è adatto al turismo di massa e quindi non è conveniente dal punto di vista economico favorirlo. Bisogna invece favorire il turismo lento, per cui il nostro territorio è naturalmente predisposto. Unisciti a noi nella difesa del Parco Nazionale del Gran Paradiso», scrivono le associazioni ambientaliste.

«Premesso che la violenza va condannata sempre e comunque ed in ogni sua forma - dichiara Pasquale Mazza, sindaco di Castellamonte e consigliere di Città metropolitana - Un’idea?Il pagamento di un pedaggio. In Trentino funziona».

Proposta che trova sponda nello stesso presidente dell’Ente Parco. «Sono d’accordo - afferma Mauro Durbano, precisando che – Questo è un anno di transizione. La situazione viene costantemente monitorata. E poi si prenderà una decisione. Questo episodio poteva accadere ovunque».

«Boicottare l’iniziativa “Quattro passi tra le nuvole” riaprendo la strada al traffico dei vacanzieri è stata una scelta scellerata dice Mauro Fava, consigliere regionale di Forza Italia e neo presidente della Commissione trasporti e viabilità - Poi sull’episodio in questione concordo con Durbano. Poteva accadere ovunque . Ma questo non toglie che il mio giudizio politico sia pesantemente negativo».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche se da sponda politica diversa, Alberto Avetta, consigliere regionale in quota Pd : «Riportare le auto nel cuore di una zona che dovrebbe essere incontaminata tradisce lo spirito stesso di quei luoghi incantati. Solidarietà all’autista se vittima di un’aggressione. Ma anche l’ambiente è stato aggredito da un turismo caciarone che non si sposa con quei luoghi».

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