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Sedico, Hpo annuncia la cessione del ramo Hiber. Sciopero e presidio: «Traditi i patti»

Sedico, Hpo annuncia la cessione del ramo Hiber. Sciopero e presidio: «Traditi i patti»

Quattordici lavoratori rischiano il trasferimento a Castelfranco, i sindacati temono sia solo il primo passo per la chiusura

Terremoto alla Hpo (ex Polaris) di Sedico. La società che la possiede, Ali Group, ha deciso di cedere un ramo d’azienda - Hiber - a Castelmac, il che comporterà il trasferimento di quattordici lavoratori da Sedico a Castelfranco. Ma anche, dicono le rsu, Fiom Cgil e Fim Cisl, una diminuzione dei volumi, perché Hiber vale il 50% della produzione di Hpo.

E il timore, non celato, è che questo sia il primo passo di un percorso teso alla chiusura della realtà. Storica, se si pensa al nome che Polaris ha nella nostra provincia da 50 anni.

«Una decisione contraria agli impegni e alle rassicurazioni più volte espresse dall’azienda di non trasferire impianti, volumi e personale ad altre sedi, se non in quella di Belluno», dicono rsu, Fiom e Fim, annunciando quattro ore di sciopero per la giornata odierna, dalle 8 alle 12, e un presidio ai cancelli dello stabilimento in via Cavalieri di Vittorio Veneto.

La notizia giunge come un fulmine a ciel sereno, spiega Stefano Bona, segretario della Fiom Cgil. «Anche Castelmac è un’azienda del polo del freddo», racconta. «La notizia ci è giunta improvvisa perché i patti con l’azienda non erano certo questi. Sappiamo da tempo che Polaris deve lasciare lo stabilimento di Sedico, per un discorso di ottimizzazione dei costi. Ma si è sempre parlato di trasferire la produzione a Belluno, nello stabilimento Olis». In via del Boscon. Quattro, cinque chilometri di distanza fra le due sedi. Accettabile, per i lavoratori.

«Invece due giorni fa siamo venuti a sapere della cessione del ramo d’azienda Hiber a Castelmac, che comporterà il trasferimento di quattordici lavoratori a Castelfranco. E siccome non è ancora stata aperta la procedura prevista dalla legge, non si sa nemmeno di chi si tratti», continua Bona.

In azienda è scattato un “toto nome”, che sta generando ansia e preoccupazioni nei 70 lavoratori che vedono il loro futuro avvolto dall’incertezza.

«E se rifiuteranno il trasferimento, per quei 14 ci sarà la risoluzione del rapporto di lavoro e la Naspi. È vero che si tratta di personale qualificato che troverà facilmente collocazione in altre aziende, ma significa perdere professionalità in Hpo».

Con ulteriori ricadute che il sindacato teme, ovvero la perdita di commesse e la futura chiusura della realtà produttiva nel Bellunese.

«Siamo molto preoccupati, perché nessuno può essere certo che questo processo poi non continuerà, che sia solo il primo passo», aggiunge Mauro Zuglian della Fim Cisl. «Ci chiediamo: è finita qui?».

I timori sono alti, anche perché «Hiber rappresenta il 50% della produzione di Hpo. I 56 lavoratori che non saranno trasferiti con la cessione del ramo d’azienda a Castelmac non saranno troppi?», si chiede Bona.

Il trasferimento, secondo le informazioni che hanno in mano i sindacati, dovrebbe essere efficace dal 1° ottobre, la procedura di cessione si svolgerebbe fra agosto e settembre. «Ma attenzione: la legge dice che per trasferire un ramo d’azienda questo deve essere distinto, definito e autonomo», avverte Bona. «E non è questo il caso». Anche su questo batteranno i sindacati.

«Le lavoratrici e i lavoratori non sono più disposti a credere a quanto comunicato e chiedono la sottoscrizione di precisi impegni che impediscano lo smembramento della loro azienda», chiudono le rappresentanze sindacali.

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