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Afa e notti tropicali, pronto soccorso sovraffollato: aumentano i malori da caldo

PAVIA. La morsa dell’afa si stringe sulla provincia e aumentano anche gli accessi al pronto soccorso già sovraffollato: anziani, persone malate e soggetti fragili sono i primi a fare le spese degli alti livelli di umidità, massime superiori ai 34 gradi in città e notti calde, tropicali, da giorni sopra i 20 gradi complicando il sonno.

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Ma non mancano i pazienti con complicanze respiratorie dovute a virus influenzali. «Negli ultimi dieci giorni abbiamo assistito a un aumento degli accessi correlati al caldo, situazione che ci aspettavamo viste le temperature dell’ultimo periodo, che hanno cominciato a crescere dopo che giugno e luglio hanno fatto registrare un clima più mite. Abbiamo anche casi di insufficienze respiratorie causate dai virus e qualche residuo caso di Covid, che ci stanno dando da fare» spiega Stefano Perlini, docente e primario del pronto soccorso del policlinico San Matteo, principale centro in provincia dedicato all’emergenza-urgenza.

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Sovraffollamento

Gli ingressi da caldo in ospedale gettano una luce su un altro fenomeno: «Gli accessi per malori legati all’afa si aggiungono al sovraffollamento globale del pronto soccorso – aggiunge il primario – oltre le urgenze, in questo momento registriamo un numero di pazienti che non è quello che ci aspetteremmo ai primi di agosto, quando di solito calano. Ieri mattina, per esempio, avevamo in carico un’ottantina di pazienti, e considerando gli anni passati ce ne aspetteremmo il 30 per cento in meno. La collaborazione con il resto delle strutture territoriali deve migliorare, perché in pronto soccorso arrivano anche situazioni che non sono emergenze, e il reparto non è un ambulatorio». Perlini stima circa una decina di accessi al giorno, dovuti alle complicanze del caldo e per questo diretti al pronto soccorso del policlinico, che assiste circa 80mila pazienti ogni anno in larga parte codici minori (gli ex verdi e bianchi).

«I numeri finora sembrano inferiori rispetto agli anni scorsi quando il caldo è cominciato prima. Parliamo di pazienti già debilitati o fragili, soprattutto anziani pluri patologici che vivono da soli o in casa di riposo. La disidratazione è la prima causa che li porta a cercare cure, oltre agli svenimenti e alle crisi ipotensive dovute all’afa». È una quota di persone che si aggiunge alle tante che, ogni giorno, si rivolgono al pronto soccorso perché i loro bisogni di salute non trovano risposta altrove: è il cosiddetto fenomeno degli accessi impropri, cioè pazienti che di fronte alle difficoltà di accesso ai servizi sanitari presenti sul territorio, si rivolgono al reparto d’urgenza in cerca di risposte alla loro domanda di salute. E gli ingressi da caldo incidono in questo scenario: «Da noi arrivano anche persone con sintomi non urgenti, e questo è un problema anche nella gestione delle emergenze vere. Senza puntare il dito contro nessuno, da un lato c’è una percezione sbagliata da parte degli utenti, in merito allo scopo del pronto soccorso. Dall’altro va migliorata la collaborazione con il resto delle strutture sul territorio» prosegue Perlini. E sul fronte caldo, anche i medici di base stanno monitorando il fenomeno in questi giorni torridi: «In caso di malesseri, non scavalcateci, siamo reperibili» afferma Maurizio Daccò, medico di base di via Villa Glori.

«Attenzione ai fragili»

«Ipotesi e pazienti diabetici sono i pazienti che stiamo monitorando in questo momento – prosegue Daccò – perché crisi glicemiche e cali di pressione si possono verificare con il caldo». Ma anche le persone che soffrono di patologie psichiatriche sono tra quelle che più di altre possono accusare la morsa dell’afa: «Si tratta di pazienti con una maggiore sensibilità al caldo – aggiunge il medico di base – e io stesso ho dovuto mandare un paio di pazienti in pronto soccorso per via della loro situazione. Il consiglio per le famiglie, anche in questo caso, è di mettersi in contatto con il medico di base, per rivedere le terapie in caso di necessità».

I consigli

Bere, e ricordare di far bere acqua anche ai più anziani magari non del tutto autosufficienti: è il primo consiglio del primario di pronto soccorso Stefano Perlini, per evitare le complicanze più serie dell’afa e del caldo torrido di questi giorni. È anche il primo dei dieci consigli stilati da Ats, l’agenzia di tutela della salute che ha stilato un decalogo rivolto ai cittadini per difendersi dal caldo. Tra i buoni comportamenti da adottare per vivere un estate serena, Ats ricorda che è meglio evitare le uscite e l’attività fisica nelle ore più calde della giornata. L’areazione è importante, per questo è meglio aprire le finestre abbassando le tapparelle per evitare l’irraggiamento diretto del sole, così da rinfrescare l’ambiente in cui si soggiorna. Tra gli altri consigli, indossare indumenti chiari, non aderenti e di fibre naturali, come ad esempio lino e cotone evitando le fibre sintetiche che impediscono la traspirazione e possono provocare irritazioni, pruriti e arrossamenti. Bagnare la testa con acqua fresca in caso di mal di testa provocato da un colpo di sole o di calore aiuta ad abbassare la temperatura corporea. Ats ricorda di consultare il medico se soffri di pressione alta (ipertensione arteriosa) e non interrompere o sostituire di tua iniziativa la terapia. Infine, non assumere regolarmente integratori salini senza consultare il proprio medico curante.

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