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Scuole cattoliche in provincia di Padova, arrivano i manager: «I parroci sono stanchi»

Quattro scuole dell’infanzia in meno e una nuova organizzazione in arrivo. L’anno scolastico che inizierà l’11 settembre sarà rivoluzionario per la Fism, la federazione che raggruppa le scuole paritarie parrocchiali e di matrice cattolica.

Arriverà una nuova struttura amministrativa che affiancherà ai parroci, tradizionalmente organizzatori di questi servizi scolastici alternativi alla pubblica istruzione, delle figure più manageriali che coordineranno una o più strutture raggruppate con un criterio geografico.

Le scuole che chiudono

Andiamo con ordine. Per prima cosa è confermata la chiusura di quattro scuole dell’infanzia (con bimbi tra 3 e 5 anni), tra Padova e provincia: la Nostra Signora del Suffragio, che si trova in zona Cave a Padova; la Santissimi Angeli a Ponte San Nicolò; la San Gaetano di San Siro di Bagnoli; e la San Pio X a Noventana.

In pratica 138 bambini dovranno essere iscritti in scuole vicine. Tra i genitori dunque alcuni riconfermeranno la scelta della scuola parrocchiale, mentre altri decideranno di iscrivere i propri figli in una scuola statale, magari perché più vicina a casa.

«Le chiusure non sono dovute direttamente alla denatalità, che pure colpisce tutti – osserva il presidente della Fism di Padova Mirco Cecchinato – Ci sono anche motivi specifici legati al territorio. Abbiamo deciso di chiudere la San Pio X di Noventana anche perché il sindaco ha scelto di costruire una nuova scuola pubblica proprio di fronte a quella parrocchiale, che già presenta un calo nelle iscrizioni: una decisione inopportuna e concorrenziale».

Certo la mancanza di bambini è spalmata su tutte le strutture scolastiche e si aggrava anno dopo anno: «Ma per adesso non ci ha coinvolto più di tanto: andiamo a chiudere solo 4 scuole su 183, una percentuale minima», sottolinea Cecchinato.

La nuova organizzazione

Ben maggiore impatto, almeno sul breve periodo, avrà la riorganizzazione che è allo studio della Fism: «Abbiamo intenzione di mettere in piedi una nuova struttura più o meno simile agli attuali Istituti comprensivi statali».

Un’esigenza nata anche dalle difficoltà che vivono i sacerdoti nel territorio: «Sono anni ormai che alcuni parroci sono stanchi di guidare le scuole, con tutti i problemi quotidiani che ci sono da affrontare nel gestire una parrocchia. Anche perché la parte amministrativa e burocratica è aumentata e non è facile da gestire. Il nuovo modello che cercheremo di mettere in piedi non è ancora delineato in tutti i particolari, ma ci stiamo lavorando alacremente, in collaborazione con i referenti della Diocesi».

Quindi anche le scuole parrocchiali una sorta di preside come avviene nelle scuole pubbliche? «Non sarà la stessa organizzazione amministrativa, ma faremo in modo che a guidare le nostre scuole non ci sia più per forza un parroco, ma potrà essere una maestra oppure una figura manageriale – risponde Cecchinato – Per coprire questo nuovo ruolo saranno indispensabili la formazione professionale e anche i singoli titoli di chi si candiderà a farlo. Naturalmente la nuova struttura avrà anche l’obiettivo di abbattere i costi di gestione, che negli ultimi anni sono diventati molto più alti».

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