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Direttore della Posta all’età di 22 anni: «Parlare friulano mi aiuta a farmi benvolere»

FRISANCO. Uno dei direttori di ufficio postale più giovani della provincia lavora a Frisanco, in Val Colvera: il maniaghese Luca Elia Vaccari ha 22 anni ed è entrato in Poste italiane a 19. Un bel messaggio per i giovani arriva dalla zona montana. Tra l’altro, la società è alla ricerca di figure professionali in regione: sino al 1° settembre è aperta la possibilità di candidarsi per diventare consulenti finanziari.

Questi ultimi rappresentano una rete di professionisti con competenze tecniche e commerciali in grado di assistere il cliente nelle sue scelte e offrire il prodotto più adatto alle sue esigenze all’interno di uffici postali, che diventano sempre più spazi dedicati alla relazione, focalizzati sulla costruzione e sul mantenimento del rapporto con il cliente.

Com’è arrivato a Poste italiane?

«Mi ero da poco iscritto al corso di laurea triennale di economia aziendale a Udine. Tre anni fa, sul sito di Poste ho trovato il link per inoltrare la domanda di lavoro come sportellista: chiedevano diploma e disponibilità a spostarsi. Inizialmente, per me che abitavo a Udine per motivi di studio, questo cambiamento così repentino non è stato semplice da affrontare, ma, appena ho preso posto dietro allo sportello, ho capito quanto mi piacesse questo lavoro. A tre anni di distanza, la penso ancora così: il contatto con le persone e l’apprendere ogni giorno cose nuove sono stimolanti».

Come reagiscono i clienti quando vedono un volto così giovane?

«Sono stato accolto dalla comunità con grande affetto. Mi chiamano “il ragazzo con il sorriso”, perché cerco di essere sempre solare e gentile. La gentilezza genera gentilezza e parlare in friulano aiuta a creare relazioni. La giovane età non è mai stata un problema: molti sono tutt’ora sorpresi e mi chiedono come sia arrivato qui. Come per tutte le grandi aziende, c’è una sezione fissa dedicata alla ricerca di personale, ma tanti ancora lo ignorano, specialmente i miei coetanei. Non ho mai trovato persone che abbiano espresso diffidenza nei miei confronti: quando vedono disponibilità e attenzione il dato anagrafico passa in secondo piano».

Cosa apprezza di più del suo lavoro?

«La varietà, il contatto con le persone, la formazione continua. Sto imparando molto e voglio continuare a crescere: per questo motivo non ho lasciato l’università. La stabilità che mi garantisce il mio contratto di lavoro non è cosa da poco di questi tempi: posso guardare al mio futuro con ottimismo e coltivare ambizioni di crescita professionale e umana».

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