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Le metafore di Svevo fra messaggi e ironia: l’analisi di un mondo in via di trasformazione. Ospite della serata Paolo Mieli

Le metafore di Svevo fra messaggi e ironia: l’analisi di un mondo in via di trasformazione. Ospite della serata Paolo Mieli

foto da Quotidiani locali

Continua il Sold out per l’Aquileia Film Festival, organizzato da Fondazione Aquileia con Firenze Archeofilm e Archeologia Viva: 900 spettatori in piazza della Basilica e 3000 in diretta streaming.

Stasera un ospite d’eccezione: Paolo Mieli, giornalista, storico, volto noto della televisione, già sul palco di Aquileia, anche in relazione all’avvincente memoria del Milite Ignoto.

Paolo Mieli è stato all’ “Espresso”, poi alla “Repubblica” e alla “Stampa”, che ha diretto dal 1990 al 1992. Dal 1992 al 1997 e dal 2004 al 2009 è stato direttore del “Corriere della Sera”. Dal 2009 al 2016 è stato presidente di RCS Libri. Oggi presenterà il suo ultimo libro “II secolo autoritario. Perché i buoni non vincono mai”, edito da Rizzoli.

Aprirà la serata, alle 21, il cortometraggio “Quell’incosciente di Zeno” prodotto da Agherose per la regia di Davide Ludovisi.

Nel 1923 Italo Svevo pubblica “La Coscienza di Zeno” e tre personaggi, uno scrittore (Mauro Covacich), una professoressa di Letteratura contemporanea (Maria Cristina Benussi) e il responsabile del Museo Sveviano (Riccardo Cepach) nella loro Trieste si interrogano con ironia sul perché il romanzo continui a essere un punto di riferimento nella letteratura italiana e internazionale.

Il romanzo, che vede il protagonista ripercorrere sei momenti della sua vita all’interno di un percorso di psicoanalisi ci offre anche lo spunto per ricordare che Freud, il padre della psicoanalisi, contemporaneo di grandissimi archeologi come Schliemann (che riportò alla luce i resti dell’epica città di Troia), fu sempre affascinato dall’archeologia e dal procedimento stratigrafico che utilizzò in molte sue opere come metafora del metodo psicoanalitico da lui praticato.

Abbiamo intervistato uno dei tre protagonisti, Riccardo Cepach, la cui biografia è da tempo intrecciata alla memoria di Ettore Schmitz, ovvero Italo Svevo. Brillante saggista e narratore, nel 2023 ha pubblicato per i tipi di Acquario “Ultima Sigaretta. Italo Svevo e il buon proposito”.

Ci spiega il suo coinvolgimento nel corto di Ludovisi dedicato a Svevo/Zeno?

«Progetto molto divertente. Ludovisi ha avuto l’idea di giustapporre tre lunghe interviste con tre persone che hanno sicuramente un rapporto privilegiato e stretto con l’opera di Svevo. Covacich, scrittore, si è occupato di Svevo in più modi e ha detto più volte che si sente vicino a lui; basti pensare al suo monologo teatrale, come quelli dedicati a Joyce e a Saba. Cristina Benussi è accademica, dunque insegna, scrive, lavora sull’opera sveviana; e poi ci sono io che oltre al lavoro tecnico/scientifico ho il polso su come viene letto questo autore, come raggiunge il pubblico. Sono dunque tre voci che hanno un gioco di contrappunto molto vivace».

Che cosa ha voluto sottolineare in questo cortometraggio?

«Sottolineo come Covacich che Zeno si sente come quell’arciere che centra sempre il bersaglio accanto, non il suo. Il mio punto di vista è questo. È facile identificarsi in Zeno, e questo lo dico da tempo anche nei miei lavori, perché la famosa faccenda dell’ultima sigaretta, ricordate vero? Questo proposito di smettere, non ha a che fare con il senso di smettere di fumare, con la nicotina, ma con il rapporto con il futuro. Sono i buoni propositi, sappiamo già che non faremo, ma ne parliamo lo stesso, e dunque ha a che fare con come ti senti, sulla fiducia relativa di portare le cose a compimento. Perché ti metti a dieta lunedì e non domenica? Seriamente, noi cerchiamo un appuntamento e affidiamo al futuro una forza d’animo che nel presente sentiamo di non avere».

Chi legge ora La Coscienza di Zeno? Ha presa sui giovani?

«È nelle scuole e il discorso è ambivalente. Quando un romanzo diventa canonico vuol dire che a scuola lo incontri, e questa è una cosa positiva – non ci può essere un amore senza un incontro – dall’altra la scuola non necessariamente favorisce il piacere della lettura. Detto questo, l’appuntamento con la Coscienza di Zeno è lo scatto di una scintilla. Meglio se avviene più avanti con l’età perché lo ci capisce meglio, in altri casi anche se c’è un incontro la scintilla non scatta mai, ma non sarebbe scattata comunque! Ribadisco che il passaggio attraverso la scuola di questo testo è positivo».

Ha progetti futuri… che non siano “l’ultima sigaretta”… legati al Museo Sveviano che lei dirige?

«Non posso ancora parlare nel dettaglio, ma siamo in procinto di aprire LETS, il museo triestino della letteratura, e ovviamente la parte sveviana certo non manca: ci sarà il nuovo allestimento».

Che notizia! E dove sarà questo museo?

«In piazza Hortis numero quattro, cioè nella sede della biblioteca civica. Durante la serata verrà consegnato il “Premio Aquileia”, un mosaico realizzato dalla Scuola Mosaicisti del Friuli al film più votato dal pubblico».

In caso di maltempo le serate saranno annullate e trasmesse via streaming su www.fondazioneaquileia.it (comunicazione alle 19 in base ad aggiornamenti meteo).

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