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L’Europa vuole imporre dazi agli e-commerce cinesi?

L'idea è stata ribadita più volte dalla Commissione UE, questo potrebbe comportare prezzi più alti per i prodotti

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La questione è stata dibattuta più volte nel corso degli ultimi mesi e nelle prossime settimane si potrebbe giungere a una decisione destinata a cambiare l’ecosistema della vendita online dei prodotti a basso costo provenienti dalle piattaforme che hanno sede in Oriente. Lo ha ripetuto, anche nell’ultimo discorso prima della sua rielezione alla guida della Commissione Europea, Ursula von der Leyen che ha parlato della sua intenzione di confrontarsi con queste realtà per arrivare a un punto di incontro che risponde al concetto dei dazi UE per gli e-commerce cinesi.

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Non è un caso, infatti, che solo qualche mese fa la stessa Commissione europea abbia inserito prima Ali Express, poi Shein e infine Temu all’interno dell’elenco delle cosiddette VLOP (Very Large Online Platform), ovvero quelle piattaforme – che hanno, tra le tante cose, oltre 45 milioni di utenti europei al mese – che devono rispettare i paletti più stringenti della legge sui servizi digitali (DSA). Una mossa propedeutica a quel che potrebbe accadere a breve, con i dazi UE e-commerce cinesi.

Dazi UE e-commerce cinesi, a rischio i prodotti low cost

Dunque, quei prodotti venduti a basso costo e provenienti da Oriente, potrebbero veder lievitare i propri costi e non esser più così convenienti. Un problema per gli utenti? In parte. Occorre sottolineare, infatti, che piattaforme come Temu sono finite nel mirino delle associazioni dei consumatori europei a causa della scarsa sicurezza (e non parliamo solamente di “qualità”) dei prodotti messi in vendita sull’app e sul sito e-commerce. Stesso discorso può essere esteso anche a Shein e Ali Express. Inoltre, queste aziende sono finite spesso nel mirino delle critiche per via della scarsa – praticamente assente – sostenibilità ambientale dei servizi offerti.

Ma cosa potrebbe cambiare? A oggi, come spiegheremo nel monografico dedicato a questo argomento, per tutti i prodotti sotto i 150 euro di valore commerciale (o prezzo di vendita) non è prevista alcuna tassazione per l’importazione negli Stati membri dell’Unione Europea. E non è un caso che, in molte occasioni, i “pacchi” vengano inviati separatamente con bolle d’acquisto separate, proprio per non superare quella soglia. Qualora fossero imposti – anche se sarebbe meglio parlare di “estensione” – i dazi, questo beneficio decadrebbe e i prodotti non sarebbero più considerati “duty free”. Quel che si può trovare oggi a pochi euro, potrebbe aumentare di prezzo. E vale per Temu, ma anche per Shein e Ali Express.

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