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Troupe del Tg1 fermata in Venezuela e poi espulsa: il regime di Maduro getta la maschera (video)

Trattenuti all’aeroporto di Caracas per due ore e mezza senza passaporti e la possibilità di usare i cellulari, per poi essere espulsi senza alcuna spiegazione. A parlare all’Adnkronos è Marco Bariletti, il giornalista del TG1 che insieme al cameraman, Ivo Bonato, si è visto negare l’ingresso dal Venezuela. “Siamo arrivati ieri con un volo della Tap, dal […]

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Trattenuti all’aeroporto di Caracas per due ore e mezza senza passaporti e la possibilità di usare i cellulari, per poi essere espulsi senza alcuna spiegazione. A parlare all’Adnkronos è Marco Bariletti, il giornalista del TG1 che insieme al cameraman, Ivo Bonato, si è visto negare l’ingresso dal Venezuela. “Siamo arrivati ieri con un volo della Tap, dal Portogallo, la compagnia aerea portoghese, da Lisbona a Caracas. Siamo arrivati ieri intorno a mezzogiorno un quarto”, dice Bariletti descrivendo un aeroporto “gigantesco e completamente deserto: non ci sono passeggeri e pochissimi voli”.

Ennesima stretta del regime di Maduro contro la stampa internazionale

Appena arrivati, Bariletti e Bonato si sono trovati davanti a una schiera di gabbiotti della polizia di frontiera, dove venivano consultate delle liste sui cellulari. “Siamo stati subito separati dal gruppo. Con noi anche altre 4 persone, eravamo in 6 – racconta il giornalista del TG1 – Ci hanno preso i passaporti e, dopo qualche domanda di circostanza, del tipo che fai qui e dove vai, ci hanno lasciato lì. Eravamo dentro un rettangolo delimitato da nastri, guardati da altri poliziotti. Non potevamo usare il cellulare ed eravamo senza passaporti. Questa situazione di limbo è durata un paio d’ore”. Ogni tanto uscivano dall’ufficio dai gabbiotti e facevano passare alcuni passeggeri.

“Poi siamo rimasti solo io ed Ivo (Bonato, ndr). Non avevamo alcuna attrezzatura televisiva, solo una macchina fotografica in valigia”. Bariletti ha provato a fare qualche filmato con il cellulare, ma gli è stato subito intimato di metterlo via. “Dopo circa due ore e mezza senza dirci niente, è arrivata una poliziotta che ci ha riportato indietro, davanti al finger dell’aereo dal quale eravamo scesi prima e ci ha intimato di salire”. Bariletti a quel punto ha chiesto di poter parlare con un funzionario della polizia. “Mi hanno risposto ‘noi siamo la polizia dell’immigrazione, non c’è nessun responsabile, lei deve fare quello che diciamo noi'”.

Insieme al giornalista e al cameraman anche un gruppo di peruviani che è stato espulso perché il loro volo per Lima era stato cancellato a causa della rottura delle relazioni diplomatiche tra Perù e Venezuela. C’è stato quindi un momento di agitazione. Bariletti ha contattato l’ambasciatore italiano, che gli ha consigliato di non fare resistenza e di seguire le istruzioni della polizia. L’ambasciatore ha garantito assistenza diplomatica, ma non c’era tempo sufficiente per intervenire prima della partenza del volo. “Sono stati molto, molto gentili quelli della sede diplomatica, però non c’è stato niente da fare”.

Passaporti sequestrati: gli inviati del Tg1 espulsi dal Venezuela come persone indesiderate

I passaporti sono stati restituiti solo una volta tornati a Lisbona. “Un membro dell’equipaggio ci ha portato dalla polizia di frontiera portoghese che ci ha ridato il passaporto con il decreto di espulsione del governo del Venezuela come persona indesiderata che non ha superato il controllo immigrazione”. “Quando ho avvisato i miei contatti a Caracas tutti mi hanno chiesto di cancellare le conversazioni e i contatti dal cellulare per paura di poter essere rintracciati. Ecco questo è il clima che si aspira”. Insomma, “nessuno ci ha fatto del male, però siamo stati allontanati ed è chiaramente la dimostrazione del fatto che non vogliono testimoni per quello che sta accadendo”, conclude il giornalista del TG1.

“Trasparenza e libertà di stampa sono alla base di un sistema democratico. La scelta di non farli entrare impedisce ulteriormente di far luce sul corretto svolgimento delle elezioni. Non un bel segnale”. Così su X il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “La libertà di stampa dovrebbe essere al centro della democrazia che, evidentemente, non esiste in Venezuela cosi’ come dimostra la scarsa trasparenza dello svolgimento delle elezioni che hanno riconfermato Maduro alla presidenza. Non e’ bello il messaggio che sta passando”, dice Giangiacomo Calovini di FdI. Una posizione ribadita dal collega di partito Federico Mollicone, per il quale “l’episodio è l’ulteriore conferma della volontà di Maduro di nascondere al mondo la corruzione e la violenza che da anni avvolge il suo mandato e quello dei suoi alleati. Solidarietà ai giornalisti italiani espulsi e a tutto il popolo venezuelano che lotta per la libertà e le democrazia”.

Solidarietà a Bariletti e Bonato da Odg e Unirai

“Solidarietà ai colleghi del Tg1 espulsi dal Venezuela – afferma in una nota il comitato esecutivo dell’Ordine nazionale dei giornalisti – la libertà di stampa va garantita sempre e ovunque, qualunque siano le situazioni sul campo. I giornalisti devono sempre poter accedere nei luoghi ove avvengono fatti di interesse pubblico, possibilmente in sicurezza. Vale nei paesi occidentali e per tutti gli altri. Il rispetto della libertà di informazione e il libero accesso da parte della stampa internazionale costituisce una linea di demarcazione tra regimi democratici e regimi autoritari”.

“Solidarietà ai colleghi del TG1 espulsi dal Venezuela – scrive su X il sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai – appena arrivati. Erano lì per documentare lo svolgimento delle elezioni in un clima non democratico. Le autorità competenti si attivino per garantire l’esercizio della libertà di informare”.

 

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