Caso Khelif, protesta l’Associazione pugilistica ungherese: “Siamo indignati, il Cio riveda la decisione e la escluda dai Giochi”
Proseguono le polemiche. In seguito al ritiro dal ring di Parigi dopo una manciata di secondi della pugile italiana Angela Carina, Imane Khelif – atleta algerina intersessuale e iperandrogina finita al centro della polemica politica per la sua partecipazione ai Giochi Olimpici – affronterà nei quarti di finale di boxe l’ungherese Anna Luca Hamori. L’Associazione pugilistica ungherese ha inviato una lettera di protesta sia al Cio che al comitato olimpico ungherese. Lajos Berkó membro del consiglio esecutivo dell’associazione, si è così esposto sulla situazione: “Sono molto dispiaciuto che ci sia uno scandalo e che dobbiamo parlare di un argomento che non è compatibile con lo sport. Questo è inaccettabile e scandaloso. L’associazione pugilistica vuole esprimere la nostra indignazione e chiedere al Cio di riconsiderare la sua decisione, che ha consentito a un atleta di entrare nel sistema di gare del Cio che era stato precedentemente bandito dai campionati mondiali“. La pugile nordafricana, infatti, era stata esclusa insieme alla taiwanese Lin Yu-tin dai Mondiali di pugilato dell’anno scorso per aver fallito i test di verifica del sesso.
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Parla Hamori: “Non ho paura”
La pugile ungherese, Anna Luca Hamori, ha scelto di voler gareggiare contro Khelif: “Non ho paura. Non mi interessano le storie della stampa e i social media”. Allo stesso tempo Rafael Lozano, attuale allenatore della nazionale di boxe femminile, ha commentato il caso: “Non lo trovo giusto, non lo trovo equo. Ognuno può pensarla come vuole, ma questa è la mia opinione. Durante un ritiro a La Blume cui aveva partecipato anche Imane Khelif non siamo riusciti a metterla sul ring con nessuna avversaria: l’abbiamo inserita in un incontro con Jennifer Fernández e le ha causato un infortunio. Con chiunque l’abbiamo abbinata, la rivale ha riportato un danno. L’abbiamo dunque fatta combattere con José Quiles ed è stato un incontro equilibrato. Dal mio punto di vista, non lo ritengo giusto“.
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