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Quindicenni rapinati dei soldi per il gelato in centro a Pordenone: a derubarli un gruppo di giovani

Quindicenni rapinati dei soldi per il gelato in centro a Pordenone: a derubarli un gruppo di giovani

Erano appena scesi dall’autobus quando sono stati avvicinati da alcuni ragazzi poco più grandi di loro: hanno consegnato il denaro quando gli aggressori hanno minacciato di avere un coltello

PORDENONE. Erano poco più grandi di loro, forse nemmeno maggiorenni. I rapinatori che li hanno seguiti, si sono avvicinati e con la minaccia di un coltello in tasca si sono fatti consegnare qualche decina di euro, erano dei ragazzi. Questo hanno raccontato sconsolati ai genitori le vittime di quella che per il codice penale è una rapina a tutti gli effetti.

Quattro ragazzi pordenonesi, di quindici anni, nel pomeriggio di giovedì primo agosto si sono recati in centro (dopo essere arrivati in stazione con l’autobus) con l’obiettivo di raggiungere piazzetta Cavour per andare a mangiare un gelato. Erano le 18.30 circa, di un pomeriggio d’estate e le alte temperature si prestavano a una dolce pausa. Invece sulla loro strada hanno trovato una amara sorpresa, quella che nessuno dovrebbe trovare, tanto meno dei ragazzini.

Gli adolescenti sono stati avvicinati da dei giovani che senza giri di parole hanno chiesto loro di consegnare i soldi che avevano. I ragazzi, che sono abituati a vivere in una città in cui anche a quindici anni si può e si deve andare in giro sentendosi sicuri e in autonomia, si sono trovati disorientati.

A fronte della minaccia di un coltello – che non hanno visto, ma chi al loro posto avrebbe voluto sperimentare se fosse vero? – hanno consegnato i soldi che avevano, qualche decina di euro in tutto, per comprare il gelato. I rapinatori a quel punto si sono dileguati.

Una volta arrivati a casa hanno raccontato quanto accaduto ai famigliari, che hanno preso contatto con le forze dell’ordine e formalizzeranno la denuncia.

Una denuncia per rapina, perché è questo che i ragazzi hanno subito. Le vittime non li conoscevano, ma sono convinti che non avessero tanti anni in più di loro. Gli elementi che potranno fornire alla polizia, insieme alle immagini delle telecamere nella fascia oraria in cui si sono verificati i fatti, potranno aiutare gli investigatori. Anche perché non è detto che questi ragazzi siano le uniche vittime di episodi così. A quell’età non sempre è facile raccontare una violenza o una ingiustizia subita.

L’unica cosa che consola le famiglie dei ragazzi è sapere che i figli non si siano fatti male e non si siano spaventati. Ma non basta. I controlli, nell’area della stazione ferroviaria, lungo via Mazzini, al parco Querini e in generale nei punti cosiddetti sensibili della città, sono stati intensificati, ma non è possibile abbassare la guardia. A maggior ragione se gli autori di reati così gravi vengono commessi dai giovanissimi.

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