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Incendio alle Acciaierie Venete, dimesso un operaio. Indagini di Spisal e Procura

Migliorano le condizioni dei due operai feriti nell’incendio alle Acciaierie Venete di giovedì pomeriggio, 1° agosto. Dopo una difficile notte di ricovero nella terapia intensiva del reparto Grandi ustionati, uno dei due uomini rimasti investiti dalla vampata è stato dimesso nella serata di venerdì.

L’altro è rimasto invece sotto stretta osservazione, ma i medici hanno sciolto la prognosi per entrambi, con una guarigione prevista entro 15 giorni.

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Tutti e due vengono sottoposti alla cosiddetta toilette chirurgica per evitare che le ustioni di secondo grado possano portare a infezioni, un’estenuante operazione che va ripetuta ogni sei ore. Ma che per fortuna ha avuto un esito rassicurante.

L’incidente sul lavoro

Non sembrerebbero invece esserci sostanziali interrogativi sulla dinamica dell’incidente sul lavoro. I due operai – dipendenti di una ditta specializzata di Taranto – erano al lavoro per demolire una struttura obsoleta all’interno del complesso industriale di Acciaierie Venete, in viale Francia a Padova.

Si trovavano sul castello di una gru elevatrice, mentre con attrezzatura professionale tagliavano gli elementi di metallo. Qualche scintilla a quel punto è entrata in contatto con del materiale infiammabile, innescando l’incendio.

Sono le 15.30 quando le fiamme divampano. Il rogo ha poi raggiunto dei pannelli di plastica della struttura, che hanno generato la fitta coltre di fumo nero visibile da diversi chilometri di distanza. Molti i padovani preoccupati che hanno notato l’oscura ombra sulla zona industriale, segnalando anche un acre e pesante odore di bruciato.

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L’intervento dei vigili del fuoco è scattato alle 16, quando in poco tempo hanno domato le fiamme. Le operazioni, condotte con l’ausilio di un autopompa e due autobotti, si sono concluse dopo circa mezz’ora. A seguire, i pompieri hanno lavorato per raffreddare la struttura metallica arroventata e mettere in sicurezza il sito dell’incidente. Al lavoro anche i tecnici Arpav che hanno effettuato controlli a campione sulla qualità dell’aria per stimare l’impatto ambientale dell’incendio.

Sul posto sono arrivati anche i militari del Nucleo Operativo e della Stazione di Padova Principale per assistere e coordinare la vasta macchina dei soccorsi intervenuta sul sito industriale.

Indaga lo Spisal

Nonostante la dinamica che ha portato alla combustione della struttura industriale, il personale del Servizio di prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro (Spisal) di Usl 6 Euganea è al lavoro per ricostruire la catena degli eventi.

E quindi stabilire se l’incendio sia effetto di un errore umano, o ci sia stata una carenza nel rispetto delle procedure di sicurezza. I tecnici dello Spisal nel pomeriggio di giovedì hanno raccolto le versioni degli operai sul posto, ed effettuato accurati sopralluoghi che porteranno luce sulla vicenda.

La direzione di Acciaierie Venete ha sottolineato la propria «preoccupazione per gli operai rimasti feriti», manifestando sollievo alla notizia che erano usciti entrambi dalla terapia intensiva e che uno dei due era in fase di dimissioni.

Acciaierie Venete ha anche evidenziato che la torre di evaporazione in fase di demolizione era di fatto obsoleta e già rimpiazzata con una nuova presente nel complesso industriale. La produzione di acciaio era comunque ferma da inizio settimana, ossia da quando è iniziata la pausa estiva di quattro settimane. Il sito dovrebbe tornare operativo i primi di settembre. L’incidente non dovrebbe rallentare o incidere nella produzione.

La stessa società padovana ha evidenziato come la ditta incaricata della demolizione della torre di evaporazione – la Gi.da. Srl di Taranto – goda di ottime raccomandazioni, con interventi effettuati anche per grandi aziende come Enel e Hera, e quindi con un elevato livello professionalità. La ditta con sede legale a Taranto, e specializzata in manutenzioni e montaggio di strutture in acciaio, ha espresso solidarietà agli operai rimasti feriti a cui auspica una pronta guarigione.

Il sostituto procuratore Giorgio Falcone ha aperto un’inchiesta per infortunio sul lavoro e lesioni colpose, per ora senza indagati, nell’attesa di ricevere il rapporto di Spisal e carabinieri.

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