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Caluso, alleanza per i mici tra i Comuni grazie al bando della Regione

Caluso

Potrebbe estendersi ad altri Comuni del basso Canavese la convenzione siglata lo scorso anno tra il Comune di Caluso e l’associazione Eporedia animali con l’obiettivo di ampliare a tutto il territorio i controlli sul randagismo, la sterilizzazione e la cura dei gatti nelle colonie feline. Ciò è possibile grazie a un bando regionale ad hoc, a cui hanno partecipato alcuni Comuni canavesani, più sensibili verso i destini dei mici. E che arriva in un momento di emergenza.

«In questi ultimi due mesi – racconta Silvia Faggian, presidente dell’associazione Eporedia animali – abbiamo soccorso una ventina di gatti, lasciati senza cibo dai proprietari andati in vacanza. C’è ancora chi pensa che un gatto riesca a cavarsela, ma non è così. Soprattutto se non sono gatti randagi. Un paio di mici purtroppo erano già morti: gli altri per fortuna siamo riusciti a salvarli. A chiamarci quando trovano un gatto ferito, sono gli agenti di polizia locale, i carabinieri, i vigili del fuoco: una convenzione ci permetterebbe di lavorare meglio e di avere più risorse. Qualcosa arriverà dal bando, ma si tratta di una cifra che non supera i 10 mila euro. Servirebbero invece maggiori risorse per costruire un secondo gattile».

Il lavoro portato avanti finora dalle volontarie nell’ambito della convenzione con Caluso, in primo luogo ha visto un censimento delle colonie: che sono cinque. La più numerosa, con una ventina di micini è in via San Francesco, una zona caratterizzata da abitazioni con tettoie e giardini. Seguono via San Giorgio, all’altezza di una casa abbandonata, via Mazzè, via Mazzini e il parco Spurgazzi. Una colonia si trova nei pressi ella stazione ferroviaria della frazione Rodallo.

Nell’arco di quasi due anni nel territorio calusiese le volontarie, affidandosi ai veterinari, hanno provveduto alla cattura, alla sterilizzazione e poi anche ad adottare alcuni cuccioli: mal calcolati si è trattato di una sessantina di felini. Tra questi un povero micino trovato ancora sanguinante con la zampina spezzata.

«Nel calusiese– aggiunge Faggian – ci sono molte grandi case disabitate che costituiscono un habitat ideale per i gatti. La cattura, la sterilizzazione e poi la gestione sono quindi indispensabili. Ad esempio in via San Francesco, dove c’era la colonia più numerosa, serve creare un punto cibo: ovvero una piccola casetta in cui sistemare le ciotole. Sono poi i volontari a provvedere alla somministrazione di cibo ed acqua».

La responsabilità infatti è dei Comuni. «A tutte le municipalità canavesane noi inviamo una procedura da seguire per la corretta gestione delle colonie feline in aree di proprietà pubblica: spiegano dal servizio veterinario dell’Asl/To4 di Ivrea – i gatti vanno microchippati per poi procedere alla sterilizzazione. Altrimenti il numero dei mici cresce velocemente creando problemi di igiene pubblica. Senza dimenticare che le povere bestiole possono ammalarsi. I veterinari per intervenire e verificare la situazione devono essere chiamati dal Comune».

Il bando finanzia progetti che prevedono interventi di riqualificazione urbana e ambientale tramite la sterilizzazione, gestione e controllo delle colonie feline. Si coprono le spese per la cattura dei gatti, sterilizzazione e inserimento microchip, il recupero di gatte gravide tenute in struttura sino al parto, successiva sterilizzazione e adozione consapevole dei cuccioli, il recupero di cuccioli senza mamma, per i quali viene organizzata e promossa un’adozione consapevole; il recupero e la cura di gatti ammalati; la distribuzione di cibo per il mantenimento delle colonie feline, il coordinamento delle varie colonie feline esistenti ed il censimento della popolazione felina sul territorio comunale e sovra-comunale per monitorare lo stato di salute dei gatti e per evitare un aumento incontrollato, la sistemazione dell’area che ospita la popolazione felina, anche attraverso il posizionamento di ausili e attrezzature adeguate al ricovero e campagne di sensibilizzazione ed educazione sugli argomenti del progetto presso le scuole del territorio per i ragazzi e forme di diffusione presso la popolazione adulta della necessità della sterilizzazione programmata per evitare un aumento incontrollato della popolazione felina.

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