“Quattro anni di Ponte San Giorgio. Costruito a tempo di record, in meno di due anni, al posto del Morandi, su progetto dell’architetto Renzo Piano. Orgoglio della città e del Paese: il modello Liguria”. Giovanni Toti, finalmente tornato in libertà dopo 86 giorni ai domiciliari con l’accusa di corruzione, rivendica con orgoglio l’opera di modernizzazione impressa dai 9 anni di amministrazione.
Toti: “Quattro anni di Ponte San Giorgio, orgoglio d’Italia
Tornato molto sui social il governatore dimissionario (si tornerà al voto a ottobre) ha postato una sua foto sorridente il ponte San Giorgio insieme a Renzo Piano. Due giorni fa, appena revocati gli arresti domiciliari, ha affidato a un lungo post il suo ritorno sulla scena da uomo libero. “Sono mancato per un po’, e soprattutto mi siete mancati tanto. Grazie mille a tutti coloro che in questi 86 giorni tramite la famiglia, l’avvocato, e in ogni modo possibile, mi hanno fatto sentire il loro affetto e la loro vicinanza. È stato il maggior conforto in questi giorni bui”, ha scritto.
Ci difenderemo da ogni accusa, non ho intascato un centesimo
“Ci difenderemo da ogni accusa, con la coscienza a posto di chi non ha mai intascato un centesimo dei liguri, ma lasciamo una Liguria più ricca: di lavoro, di opportunità, di speranze”. prosegue il post di Toti. “Quello che è accaduto in questi tre mesi è un processo alla politica: ai finanziamenti, trasparenti e legali, agli atti. Anch’essi legali e legittimi, che abbiamo ritenuto necessari e utili a far crescere la nostra terra. Tutto questo sarà tema di confronto in tribunale. Soprattutto spero sia oggetto di vera e definitiva riflessione della politica. Della politica tutta o, almeno, di coloro che non ritengono di usare opportunisticamente la giustizia a scopo politico. Mai come in questo caso l’autonomia della politica, la sovranità popolare, il suo finanziamento trasparente, la sua possibilità di indirizzare lo sviluppo e la crescita sono stati al centro del confronto tra la giustizia e il potere sovrano che discende dal popolo.
L’autonomia della politica è patrimonio di tutti
I magistrati interpretano le leggi ma la politica quelle leggi le fa. L’autonomia della politica, come quella della giustizia, dovrebbero essere un patrimonio di tutti. Difficile sperare consapevolezza da chi riempie le piazze di luglio (riempie, insomma…), festeggiando l’aiuto arrivato”. Parole riferite chiaramente alle manifestazioni di Schlein, Conte e Fratoianni ‘saliti’ a Genova per chiedere le dimissioni del governatore. “Ho fiducia in chi crede nella democrazia liberale e spero colga queste vicende come un definitivo campanello che suona per ricordare l’inerzia di troppi anni. Mi sono dimesso, richiamando tutti voi al voto, perché ora tocca ai cittadini decidere invece la sorte della nostra terra: andare avanti con la Liguria protagonista che abbiamo costruito, o consegnarla alla cappa grigia dell’ipocrisia, della cultura del sospetto, dell’immobilismo, della doppia morale”.
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