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Il Comune vince il ricorso al Tar: Ministero costretto a restituire i soldi per l’asilo

Il Tar da ragione al Comune sul progetto per il nido “La Coa dei Pichi”. Ministero della pubblica istruzione condannato a stanziare nuovamente i soldi per la struttura. «È il segno che avevamo lavorato bene», spiega l’ex sindaco di Livinallongo Leandro Grones.

Il ministero dell’Istruzione aveva revocato al Comune i soldi per la realizzazione di un nido Arabba contestando all’ente di non aver rispettato i tempi previsti dal bando. Ma il Tar del Lazio, al quale il Comune aveva fatto ricorso la pensa altrimenti. “Contestazione che non sta in piedi perché nel frattempo il ministero aveva modificato i parametri e in seguito anche spostato i termini del bando”, hanno sentenziato i giudici.

La storia

La vicenda ha inizio nel febbraio del 2022, quando la passata amministrazione Grones presenta uno studio di fattibilità per realizzare un asilo nido da 56 posti in convenzione con i comuni di Colle Santa Lucia e Rocca Pietore. Costo dell’opera 5 milioni e 578 mila euro, finanziati da un bando regionale del Pnrr, da realizzare nella frazione di Cernadoi. Nel frattempo il ministero scrive al Comune che sono stati modificati i parametri della superficie minima prevista per ogni bambino, per cui l’ente si vede costretto a modificare il progetto.

A novembre sempre il ministero conferma lo stanziamento dei fondi. Ma dopo tre giorni da Roma arriva un’altra comunicazione: rettifica, il finanziamento c’è ma ridotto del 60%, ovvero a 2 milioni e 419 mila euro. «Già a quel punto avremmo potuto fare ricorso», ricorda Grones. «Ma decidemmo comunque di non rinunciare». Così il progetto della struttura viene previsto ad Arabba, in un’area già urbanizzata per risparmiare così sui costi. Ma serve una variante urbanistica, con i relativi tempi di attuazione.

Il nuovo progetto viene comunque ripresentato nei termini e messo a gara, che però va deserta. «Pochi soldi in proporzione al lavoro», ipotizza Grones, che così decide una ulteriore riduzione della superficie per renderlo più appetibile e lo comunica al ministero. Che per mesi non si fa sentire. Fino a quando, con una mail, comunica che il contributo è revocato perché il Comune non ha rispettato i termini di presentazione previsti dal bando.

Il ricorso

L’amministrazione a questo punto non ci sta e presenta ricorso al Tar del Lazio che con la sentenza numero 4764 del 2 luglio dà piena ragione all’ente e condanna il ministero a rimettere a disposizione i fondi per il progetto.

I giudici hanno ricusato le ragioni del ministero, che accusava il Comune di non aver rispettato i termini del bando, contestando il fatto che lo stesso ministero aveva previsto una proroga dei termini per l’aggiudicazione e l’inizio dei lavori. Nella sentenza si fa notare che “l’inosservanza del termine del 20 settembre del 2023 indicato nel contratto di finanziamento non impedisce di ricevere il finanziamento in quanto lo stesso termine era già stato oggetto di una proroga unilaterale da parte dell’amministrazione competente e che nello stesso contratto si faceva riferimento ad un eventuale altro termine previsto dal Pnrr”.

Sempre i giudici fanno notare come sia stato lo stesso ministero a rimodulare la programmazione del progetto ad iter già avviato. Ciò che ha obbligato il Comune a modificare e quindi ripresentare il progetto. Soddisfatto ovviamente l’ex sindaco Grones: «Questa è la dimostrazione che avevamo lavorato bene. Ringrazio l’avvocato che ha sostenuto il ricorso e mi auguro che la nuova amministrazione dia seguito al progetto».

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