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Tra le rovine dell’ex caserma di Malchina fra pipistrelli e vetri infranti

Tra le rovine dell’ex caserma di Malchina fra pipistrelli e vetri infranti

La struttura di Malchina con i suoi 350 metri quadri è un monumento al degrado. Il sindaco Gabrovec: «Potrebbe avere prospettive di recupero in chiave turistica»

TRIESTE Sul tavolo della prima stanza accanto al portone principale c’è ancora un registro della Guardia di Finanza, sorprendentemente in ottimo stato, datato novembre 1990. L’ultimo periodo di attività della struttura. Poco lontano un mare di altre carte, compilate con una scrittura elegante. Fogli sparpagliati sul pavimento, su una scrivania e uno schedario, tra dati, note e qualche nome. Restano poi scaffali di ferro forzati, mobili semi distrutti, letti, comodini, sedie, cassetti rotti e rovesciati, pezzi di intonaco.

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Un monumento al degrado

L’ex caserma di Malchina è un monumento al degrado, con i suoi 350 metri quadrati interni e oltre mille esterni, abbandonata e avvolta da alberi e verde incolto. Tanto che dalla strada ormai non si vede quasi più. Qua e là, fuori, infissi e finestre caduti e il contenuto delle camere in alcuni punti gettato all’esterno dai vandali. Nell’erba spunta quel che resta di un televisore, una cassettiera e una seduta in tessuto. Tre i piani complessivi, pieni di scritte ovunque, segno che di incursioni ce ne sono state parecchie. C’è anche chi ha depositato all’ingresso sedili di un’auto e spazzatura, e chi ha bivaccato nei vari ambienti.  

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Ragnatele, topi e pipistrelli

Dalla soglia si notano vetri rotti a terra, fili e contatori spaccati e lampadari frantumati al suolo. Nonostante gli oltre trent’anni di oblio sopravvivono ancora incartamenti, arredi e oggetti che ricordano chiaramente l’originale destinazione di una delle tante caserme dimenticate sull’altipiano. Tra ragnatele, pipistrelli che svolazzano e qualche segno tangibile della presenza di topi, ci sono ancora piccoli mobili in ferro, grandi armadi a muro, compromessi dall’umidità, e al piano terra si nota una cappa, in quella che doveva essere la zona della cucina.

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Le idee di riutilizzo

Il giardino è ampio e davanti è presente anche uno spiazzo in cemento. Alcuni rampicanti avvolgono le finestre del primo livello, mentre la porta principale e quella secondaria sono divelte da anni. Tante le ipotesi di riutilizzo spuntate nel tempo, mai seguite da progetti concreti di ristrutturazione. Tra le idee anche quella di un centro per disabili o una casa di riposo.

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Tra le figure che hanno seguito in passato le vicende dell’immobile di proprietà del Comune di Duino Aurisina c’è Massimo Romita, ex vicesindaco e attuale consigliere comunale. «Già alla fine del 2010 avevamo ipotizzato, con l’allora sindaco Giorgio Ret, l’avvio della riqualificazione della piazza e poi il recupero di alcuni immobili anche per il paese di Malchina, congiuntamente alla Comunella e alle associazioni del territorio, a cominciare dalla ex scuola, sede di associazioni culturali nel centro del paese, così come le due caserme (Carabinieri e Finanza)».

Romita ricorda come «sulla prima vi fu l’intervento dedicato al centro d’Alzheimer poi trasformato in sede del Ceo, sul secondo intervento vi sono state diverse proposte legate alla realizzazione di una casa di riposo e di un centro aggregativo, fino alla realizzazione di un polo museale legato alla Grande Guerra sul Carso. Purtroppo altri interventi hanno avuto priorità rispetto alla ex caserma della Guardia di Finanza, che da Piano regolatore ha una destinazione ad uso specifico».

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