Parigi 2024, verso la finalissima: Alcaraz contro Djokovic per l’oro
RADIO OLIMPIADI: Musetti spezza l’incantesimo (ascolta)
Carlos Alcaraz contro Novak Djokovic, atto settimo.
Era la finale che tutti sognavano nel momento in cui è stato sorteggiato il tabellone e così sarà in questa domenica 4 agosto.
La sfida per la medaglia d’oro dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 vedrà di fronte la testa di serie numero 1 del tabellone contro la numero 2, il meglio che il pubblico di Parigi (e non solo) potesse chiedere alla vigilia del torneo. Una partita che riesce a catalizzare l’attenzione degli appassionati come poche altre.
I due tennisti scenderanno in campo nel secondo match in programma sul Philippe Chatrier dopo la finale per il bronzo del doppio femminile e comunque non prima delle ore 14.
Una sfida che ha tanti aspetti da analizzare a cominciare dalla differenza di età dei due tennisti. 37 anni per Novak Djokovic, il tennista più anziano che si appresta a giocare un match per la medaglia d’oro a livello maschile (dal ritorno del tennis ai giochi avvenuto a Seul 1988), contro il più giovane a lottare per la medaglia più pregiata, il ventunenne Carlos Alcaraz.
Vincendo, infatti, Djokovic supererebbe Max Mirniy che vinse l’oro nel misto a 35 anni e 30 giorni. Il record di anzianità a livello maschile e femminile potrebbe poi essere superato nel match successivo programmato sullo Chatrier che vedrebbe in campo Sara Errani, nata qualche mese prima del serbo.
I due arrivano in finale senza aver perdere un set e passando lo stesso tempo sul campo. 6 ore e venticinque minuti Djokovic, 6 ore e 33 Alcaraz.
Se uno dei due vincesse la sfida in due set sarebbe il primo uomo a vincere l’oro olimpico senza perdere un set dal ritorno del tennis datato Seul 1988. Sinora ci sono riuscite Serebe Williams nel singolare femminile a Londra 2012 e tre coppie di doppio (Gigi Fernandez/Mary Joe Fernandez, Serena Williams/Venus Williams, Ekaterina Makarova/Elena Vesnina).
IL CAMMINO DI DJOKOVIC
Quando gioca per la sua Serbia Novak Djokovic sente sempre un qualcosa in più e nonostante il palmares per Nole si tratta della prima occasione di giocare per il tanto agognato oro. Dopo il bronzo conquistato a Pechino 2008, il serbo è giunto quarto sia a Londra sia a Tokyo, mentre a Rio salutò subito al primo turno, sconfitto in due tie-break dal futuro argento Juan Martin del Potro.
Djokovic ha quindi garantito la miglior performance alle Olimpiadi nel tennis per il suo paese, con un argento già in tasca.
Come dicevamo Djokovic ha vinto tutto: 24 titoli del Grande Slam, 40 Masters 1000 con ognuno dei tornei vinto almeno una volta, l’oro olimpico rimane il grande sogno che Nole vorrebbe realizzare. Per Nole è quindi l’ultima occasione per poter dire di aver conquistato tutto. L’obiettivo è di raggiungere altri 3 tennisti uomini che hanno completato il Career Golden Slam: Andre Agassi, Roger Federer (anche se la medaglia d’oro è stata in doppio e non in singolo…) e Rafael Nadal.
Una occasione che sembrava poter svanire quando il serbo proprio a Parigi si ritirò a causa dell’infortunio rimediato nel match contro Cerundolo. Poi l’intervento e il rientro in quel di Wimbledon con una cavalcata che lo portò fino alla finale.
Per il serbo le semifinali olimpiche erano state uno scoglio difficile da superare avendo perso per ben tre volte. La vittoria con Musetti gli ha permesso di superare questo ostacolo. La stagione del campione serbo è stata totalmente diversa dalle altre. È stata già superata la metà della stagione e il serbo non ha ancora mai festeggiato un titolo.
La condizione fisica rimane un tema, come dimostrato dal problema al ginocchio avvertito nel match contro Tsitsipas, ma nonostante tutti questi dubbi Djokovic arriva a giocarsi il titolo senza aver mai perso un set.
Ripensando alla finale a senso unico di Wimbledon, è difficile immaginare cosa possa fare il campione serbo per fermare il giovane spagnolo. Djokovic viene da una striscia di tre sconfitte consecutive contro i top 5 (Sinner in Davis e all’Australian Open e Alcaraz a Wimbledon).
Una delle chiavi dovrà essere sicuramente il servizio, Djokovic ha bisogno di un’ottima resa al servizio e di diversi free point che gli permettano di allentare la pressione nei suoi turni di servizio. Non solo sarà importante anche la condizione fisica, Djokovic dovrà essere pronto a correre da una parte dell’altra e non farsi spingere troppo lontano dalla linea di fondo dallo spagnolo. Il serbo sicuramente non sarà il beniamino del pubblico e questo probabilmente gli fornirà l’energia necessaria per cercare gli spiragli nel gioco e nella mente dello spagnolo per mettere in difficoltà il giovane Alcaraz.
IL CAMMINO DI ALCARAZ
È la prima apparizione olimpica per Carlos Alcaraz e il tennista spagnolo si sta confermando a suo agio sulla terra rossa parigina. La vittoria a Wimbledon, il quarto titolo del Grande Slam conquistato, sembra aver rilanciato il murciano che non nasconde di puntare all’oro olimpico.
Lo spagnolo si è districato su due fronti e nonostante l’avventura in doppio con Nadal non sia andata come il pubblico spagnolo sognava, Alcaraz non ha deluso in singolare. Le prestazione messe in campo lo proiettano come il favorito e a Parigi nessuno gli ha regalato grossi grattacapi, sebbene Griekspoor prima e Paul dopo sono stati in grado di portarlo sino al tie-break in uno dei due set delle loro rispettivi sfide. La sensazione è che il murciano sia il tennista che ha espresso il miglior gioco, non mostrando crepe nel suo gioco, uscendo al meglio dalle situazione complicate.
Alcaraz punta a diventare il secondo tennista spagnolo a vincere l’oro nel singolare maschile ai Giochi Olimpici, seguendo le orme di Rafa Nadal che vinse l’oro a Pechino 2008. L’altro oro vinto dalla Spagna nel tennis ha sempre la firma di Nadal che a Rio 2016 vinse in doppio con Marc Lopez. L’unico spagnolo sconfitto in una finale olimpica è, sinora, Sergi Bruguera battuto a Atlanta 1996.
Come detto Alcaraz è il più giovane tennista a giocarsi l’oro dal ritorno del tennis nel programma olimpico. Il record di campione olimpico più giovane è di Marc Rosset. Lo svizzero vinse a Barcellona 1992 all’età di 21 anni e 275 giorni. Alcaraz vincendo a Parigi migliorerebbe questo record giocando questa sfida all’età di 21 anni e 91 giorni.
Pensando alla finale più che aspetti tecnici, sarà importante capire come Alcaraz gestirà la pressione di un match che ha una valenza particolare rispetto ai tornei del Grande Slam, giocare una medaglia per il suo paese in un torneo che si svolge ogni 4 anni.
Dal match perso contro Djokovic alle ATP Finals dello scorso anno, Alcaraz ha vinto le successive sei sfide contro i top 5. Vittorie contro Sinner a Indian Wells e Parigi, contro Medvedev ancora a Indian Wells e Wimbledon, Zverev a Parigi e Djokovic a Wimbledon. Numeri che certificano un 2024 con nessuna crepa contro i big.
I PRECEDENTI
Come detto quella che assegnerà la medaglia d’oro sarà la settima sfida tra i due. Il bilancio dei precedenti è sul 3 pari. Equilibrio che rimane anche se si restringe il campo ai soli match sulla terra rossa, con una vittoria per parte.
Alcaraz si aggiudico la prima sfida, in altitudine in quel di Madrid nel 2022. Lo spagnolo vinse in rimonta sul serbo. Djokovic si vendicò l’anno successivo proprio sul Philippe Chatrier vincendo in quattro set la semifinale dell’edizione 2023 del Roland Garros.
Lo spagnolo vanta poi altre due vittorie sull’erba, due successi che gli sono valsi i titoli in quel di Wimbledon, edizione 2023 e 2024. Djokovic dal canto suo vinse la finale di Cincinnati e la semifinale dell’ATP Finals di Torino.